Il desiderio di trasmettere ai propri cari il patrimonio costruito nel tempo con il proprio lavoro è trasversale a tutti i risparmiatori, piccoli o grandi che siano.
Soprattutto quando si parla di grandi patrimoni familiari, composti da una molteplicità di beni di alto valore, i rischi di erosione degli asset possono essere diversi: oneri fiscali, spese impreviste, cattiva gestione delle risorse, ma anche liti familiari che possono emergere in sede di successione e trascinarsi per anni.
Patrimoni familiari: quali rischi?
L’analisi “Il Wealth Planning. Strumenti di tutela del patrimonio” del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili mette in luce alcune delle casistiche più frequenti, che, in caso di successione, possono impattare negativamente sui patrimoni familiari.
Lo studio esamina i principali fattori di rischio per la successione di un patrimonio familiare gestito in maniera autonoma, senza la consulenza di un esperto in materia di Wealth Planning.
I beni immobili
Un asset in genere presente nei patrimoni delle famiglie italiane è rappresentato dai beni immobili di proprietà, che includono prime e seconde case, ma anche immobili commerciali, opifici, terreni.
Al momento della successione, le dinamiche familiari possono avere un grande impatto sulla possibilità che gli eredi possano beneficiare degli investimenti in immobili fatti dal proprietario. Ad esempio, se è intercorsa una separazione senza addebito, l’ex coniuge rientra a pieno diritto nell’asse ereditario. Si possono contrapporre aspettative e desideri degli eredi e dei familiari acquisiti, che possono tradursi in lunghe cause, bloccando, di fatto, la fruizione dei beni.
Può anche accadere che gli immobili siano difficilmente vendibili o che non sia possibile alienarli al prezzo desiderato. Se poi l’immobile è detenuto attraverso un veicolo societario anziché essere intestato direttamente a persone fisiche, potrebbe essere complesso per la persona fisica fare ricorso al credito.
Anche la proprietà di terreni può creare criticità. Se, ad esempio, un’area ereditata diventa edificabile dopo la successione, l’imposizione fiscale sarà maggiore: se chi l’ha ereditata non riesce a venderla o ad utilizzarla, si troverà dunque a dover affrontare una spesa aggiuntiva.
Senza un’adeguata pianificazione della successione dei beni immobili, può accadere che il patrimonio lasciato agli eredi veda ridotto il suo valore o addirittura gravi sugli eredi.
I beni immateriali
Un altro rischio di trasmettere un patrimonio non adeguatamente valorizzato arriva dalla mancata gestione dei beni immateriali, ovvero quei beni intangibili che sono in genere frutto dell’ingegno e delle capacità personali: parliamo delle invenzioni, dei brand, delle opere d’ingegno o creative.
È una categoria di beni che attiene, in genere, al mondo delle imprese. Il rischio, in questo caso, è che il valore dei beni non sia correttamente espresso all’interno dei bilanci societari. Ciò può accadere per due ordini di ragioni. Da una parte c’è la propensione del mondo imprenditoriale italiano a focalizzarsi più sulla produzione che sul valore aggiunto generato da creatività, capacità progettuale e organizzativa: questo comporta una sottovalutazione del valore dei beni immateriali, che semplicemente non viene esplicitato. Dall’altra parte, anche laddove ci fosse l’intenzione di mettere in bilancio questi beni, la tassazione scoraggia la loro materializzazione.
Ciò vuol dire che questi asset sono tendenzialmente esclusi dal patrimonio trasmesso agli eredi, che rischiano, quindi, di perdere una quota importante di valore. Non solo: la loro assenza determina la sottocapitalizzazione delle società e la sottovalutazione delle capacità di accesso a finanziamenti, nonostante l’azienda abbia importanti potenzialità di crescita.
Un altro rischio può annidarsi nelle dinamiche interne alla famiglia. Se qualcuno è infatti consapevole del valore latente di beni immateriali, potrebbe approfittare della inadeguata valorizzazione per acquisire a prezzi “scontati” partecipazioni societarie.
I beni mobili e di lusso
Anche la mancata pianificazione della gestione di beni mobili e di lusso potrebbe portare ad una riduzione del valore del patrimonio da trasmettere agli eredi. Auto d’epoca o sportive, imbarcazioni, diamanti, oro, gioielli, preziosi, collezioni di vini o di armi, opere d’arte sono beni che, all’apparenza, sembrerebbero semplici da gestire. Si può pensare, infatti, che basti una valutazione monetaria da parte di periti del settore per quantificare il valore e ripartirlo tra i beneficiari.
Tuttavia, se la loro attribuzione non è stata concordata prima, il passaggio agli eredi può non essere così sereno. L’attesa per entrare in possesso di un bene, i legami affettivi, così come il ruolo sociale che l’attribuzione di un bene può assegnare a una persona piuttosto che a un’altra possono bloccare la distribuzione, immobilizzando i beni in attesa che si trovino degli accordi; nel frattempo, la famiglia deve affrontare spese anche importanti per la custodia, la protezione, la manutenzione.
Le aziende
Nelle famiglie imprenditoriali, l’azienda rappresenta un bene da gestire per tempo prima della successione. Se alcuni familiari sono rimasti esclusi dalla gestione aziendale, ad esempio, può capitare che, al momento della successione, chiedano di entrarvi a far parte o chiedano un compenso come “risarcimento” per le risorse godute da chi ci lavora. Ci sono situazioni in cui tutti gli eredi, dopo la successione, chiedono (e ottengono) di entrare nel CDA della società di famiglia e di percepire un compenso, pur non essendo operativi. In altri casi, accade che un genitore non riesca a valutare correttamente le capacità dei propri cari e attribuisca loro dei ruoli per i quali non sono adatti.
In tutti questi casi, l’attività imprenditoriale rischia di registrare delle perdite, che vanno a ridurre il valore del patrimonio trasmissibile.
La liquidità
Ultimo asset – ma non per importanza – che si deve considerare è la liquidità, che comprende denaro contante, depositi bancari, denaro detenuto all’estero, strumenti finanziari rapidamente monetizzabili.
In genere, si sceglie di mantenere delle risorse liquide per affrontare le spese impreviste in caso di malattia o per integrare la pensione. Ciò vuol dire che i risparmi possono essere stati utilizzati per queste finalità dal proprietario, e che al momento della successione ciò che resta può essere ben poco. Inoltre, senza un’adeguata pianificazione, al momento della successione gli eredi potrebbero non riuscire ad entrarne in possesso: è il caso dei titoli o del denaro detenuto all’estero, in Paesi non collaborativi, che potrebbero opporsi al trasferimento.
Un altro caso critico è quello in cui la liquidità sia stata utilizzata in precedenza per una donazione indiretta a favore di uno dei familiari: gli esclusi potrebbero trovarsi in difficoltà nel determinare e recuperare la quota spettante.
Come tutelare il patrimonio familiare?
Come si evince dal quadro tratteggiato sulla base delle esperienze raccolte dai commercialisti, non ci sono beni totalmente al riparo dal rischio che qualche situazione imprevista possa eroderne il valore.
Senza un’adeguata pianificazione, che tenga conto della composizione del patrimonio, in termini quantitativi e qualitativi, delle relazioni intrafamiliari e tra famiglia e azienda, delle aspettative e delle esigenze dell’interessato, il patrimonio può subire significative riduzioni, a dispetto di tutte le buone intenzioni.
Come già discusso in questo blog, la gestione della propria situazione patrimoniale e successoria passa oggi attraverso l’adeguata consulenza di un esperto in materia di Wealth Advisory and Planning, con l’obiettivo di pianificare una strategia per definire la struttura a difesa del patrimonio e le soluzioni necessarie a perseguire tale strategia.
Tra gli strumenti utili alla tutela e trasmissione del patrimonio familiare, troviamo anche le polizze vita, che offrono dei supporti in termini di pianificazione fiscale (capitalizzazione composta e tassazione differita dei proventi, oltre che esenzione dell’imposta di successione), e protezione del patrimonio (flessibilità nella scelta dei beneficiari, anche fuori l’asse ereditario, nel rispetto della quota legittima; riservatezza, ulteriormente accresciuta in caso si decida di utilizzare una società fiduciaria; garanzia, in caso di operazioni di finanziamento).
Di certo c’è che la complessità e l’importanza del tema richiedono il contributo di un esperto, che possa valutare il singolo caso e costruire un pacchetto di soluzioni su misura.