L’epidemia di Covid-19 è ancora in corso, ma è evidente come questo “cigno nero” sia uno spartiacque, al pari di eventi come l’attacco alle Torri Gemelle.
In alcuni casi, l’emergenza sanitaria e la necessità di contenerla hanno accelerato alcuni trend che erano già in corso – pensiamo, ad esempio alla digitalizzazione. In altri casi, invece, hanno aperto scenari inattesi, stravolgendo le priorità a livello personale e collettivo.
Il settore assicurativo, intrinsecamente collegato all’evoluzione della società, è coinvolto in questo cambiamento. È sempre molto complesso fare previsioni di medio e lungo termine, tuttavia si possono individuare alcuni temi, sintetizzabili in cinque parole chiave, che si stanno imponendo con forza e che possono aiutare a capire meglio quella che sarà l’evoluzione del mondo assicurativo durante e dopo Covid-19.
1. Vulnerabilità
L’emergenza sanitaria, dilagata in poco tempo in tutto il mondo con conseguenze pesanti, ha dimostrato come nulla sia infallibile, neanche un sistema sanitario supervisionato da un’organizzazione mondiale.
Questo ha prodotto di conseguenza una maggiore e diffusa percezione della vulnerabilità, che è trasversale ad ogni gruppo sociale, senza distinzioni di Paese o di età.
In questo senso, Covid-19 rappresenta una cesura netta tra un mondo “pre” ed un mondo “post” per quanto riguarda i bisogni e i comportamenti dei consumatori, che tornano a vedere come priorità la necessità di difendersi dai rischi. A fronte di un progressivo indebolimento del welfare pubblico e di una crescente percezione della propria vulnerabilità, il bisogno di tutelare i propri famigliari, la salute, il reddito darà all’Insurance un ruolo sempre più centrale, come strumento di difesa.
Queste considerazioni sembrano scontrarsi con le previsioni per il 2020 che, per il mondo assicurativo come per tutta l’economia, non sono rosee. Nell’ultimo Allianz Global Insurance Report1, il 2020 viene definito “anno perduto”, perché si stima che il reddito da premi globali si ridurrà del 3,8% dopo il brillante +4,4% del 2019, l’incremento maggiore degli ultimi 4 anni, guidato dal segmento vita.
Tuttavia, se il 2020 sconta l’attuale situazione di incertezza globale, in prospettiva la necessità di tutelarsi dalla vulnerabilità diventerà un trampolino di lancio per un incremento delle assicurazioni di medio e lungo periodo.
Non è un caso, ad esempio, che Allianz Care abbia già rilevato un aumento del 235% delle richieste di sottoscrizione per polizze di copertura sanitaria internazionale rispetto al 2019, con un incremento significativo della domanda di servizi digitali e di informazione per la salute e il benessere2. Si tratta di un primo segnale che conferma le aspettative di una crescita che, per gli economisti, si concretizzerà già nel 2021 quando sarà già raggiunto il volume dei premi pre-Covid-19.
2. Millennials
Conoscere i comportamenti ed il processo decisionale della generazione nata dopo il 1980 è cruciale per capire in che direzione deve muoversi il settore assicurativo. I Millennials rappresentano il 40% della popolazione mondiale e il 25% di quella europea, e detengono un patrimonio globale che oscilla tra i 19 ed i 24 trilioni di dollari. Oggi costituiscono meno del 25% del mercato assicurativo, ma arriveranno al 45% entro il 2030 ed al 75% entro il 2040.
Sono loro gli investitori di un futuro che è sempre più prossimo, tanto che le prime ricerche sull’impatto di Covid-19 si sono focalizzate proprio su questa fascia di popolazione.
In particolare, è molto interessante il quadro che emerge dall’indagine condotta dall’Italian Insurtech Association3, secondo cui la crisi del Coronavirus ha accentuato tra i Millennials sentimenti di precarietà, incertezza e preoccupazione per sé, per la famiglia, per il Paese, e ha fatto emergere la necessità di soluzioni ai bisogni primari e di protezione.
In concreto, questo ha significato per la maggior parte dei Millennials una nuova percezione del comparto assicurativo. Oltre la metà degli intervistati ha dichiarato di non avere dimestichezza con il mondo assicurativo, ma di essere disposta a dare fiducia a compagnie pronte a soddisfare i propri bisogni. Se prima del Coronavirus solo il 22% degli over-23 aveva comprato un’assicurazione diversa dalla RC Auto, oggi oltre la metà di loro (53%) ha cambiato idea e la acquisterebbe.
Dopo Covid-19, ci si aspetta dunque che i Millennials diventino un target di riferimento sempre più importante per il settore assicurativo, che dovrà rispondere alle loro specifiche esigenze. Il maggiore interesse dei giovani è soprattutto per prodotti semplici e intuitivi negli ambiti vita, salute e protezione del reddito.
3. Digitalizzazione
La necessità di ridurre i contatti diretti per evitare il contagio ha impresso una significativa accelerazione alla digitalizzazione nell’Insurance.
Con il lockdown, applicazioni e device per comunicare a distanza sono entrati in pianta stabile anche nella vita lavorativa delle persone. Benefici come l’ottimizzazione di tempo e risorse, generata dalla riduzione degli spostamenti, difficilmente saranno accantonabili nella “nuova normalità”, perciò ci si aspetta una certa continuità nell’utilizzo di questi strumenti. In ambito assicurativo, questo significherà una sempre maggiore integrazione del digitale nell’erogazione dei servizi.
Un’indagine condotta da Censis con Assogestioni4 rivela che, in effetti, il 54,2% degli intervistati nel periodo emergenziale ha fatto ricorso alle nuove tecnologie, dalle app all’online, per gestire i risparmi, controllare l’andamento degli investimenti, monitorare il conto corrente. In particolare, ne hanno fatto un uso intensivo Millennials (70,6%), laureati (66,8%) grandi risparmiatori (63,4%) e alti redditi (73,8%). Pensando al futuro, il 58,4% continuerà ad utilizzarle come nell’emergenza, il 40% ne farà un uso addirittura maggiore.
In buona sostanza, le nuove tecnologie sono “qui per restare”. Anche sul fronte della consulenza, il sondaggio di Darta aveva colto il trend confermato da Censis: quasi 7 consulenti su 10 dichiarano che il rapporto della clientela con le nuove tecnologie è migliorato ed è destinato a durare nel tempo.
4. Sostenibilità
Come la digitalizzazione, anche la sostenibilità è un macro-trend che sarà rafforzato da Covid-19. A fronte della correlazione tra deforestazione e diffusione della pandemia e tra diseguaglianze sociali ed accesso alle cure, si è rafforzata la consapevolezza che lo sviluppo sostenibile sia necessario per il benessere della collettività.
L’approccio alla sostenibilità diventerà sempre più un criterio guida nella scelta dei consumatori. Un recente studio di Capgemini5 evidenzia una forte correlazione tra la sostenibilità e i benefici per le aziende in termini di fidelizzazione dei clienti e valore del brand.
Il 79% degli intervistati ha dichiarato, infatti, di aver modificato le proprie preferenze di acquisto in base a criteri come responsabilità sociale, inclusività o impatto ambientale. Più della metà (52%) ha affermato di avere un legame emotivo con prodotti o aziende ritenuti sostenibili, mentre il 64% ha dichiarato che acquistare prodotti sostenibili li fa sentire meglio (percentuale che raggiunge il 72% nella fascia d’età 25-35 anni).
L’emergenza Covid-19 ha aumentato la consapevolezza e l’impegno dei consumatori verso acquisti più sostenibili: il 67% dei consumatori ha infatti dichiarato che presterà maggiore attenzione alla scarsità delle risorse naturali, mentre il 65% ha affermato che, nella “nuova normalità”, sarà più attento all’impatto dei propri consumi.
In prospettiva, è realistico pensare che gli investitori si orienteranno sempre più su fondi che rispettano i criteri ESG e premieranno le realtà che hanno dedicato attenzione alla sostenibilità con serietà e credibilità, non per una semplice scelta di marketing ma per la profonda convinzione di poter davvero contribuire a migliorare la qualità della vita.
5. Glocalismo
La ripercussione a livello globale di un’epidemia sviluppatasi inizialmente in un territorio circoscritto è stata la dimostrazione forse più evidente che non ci sono confini tra locale e globale.
Già negli anni ‘80 era stato formulato il termine glocalismo o glocalizzazione, proprio per indicare come “globale” e “locale” siano in realtà due facce della stessa medaglia, che non possono esistere l’una senza l’altra. Le forze locali si sforzano costantemente di adattarsi all’impatto di processi globali che, a loro volta, sono frutto di interazioni che nascono da organizzazioni locali.
Per il mondo assicurativo, è vitale poter interpretare le dinamiche sociali, economiche, culturali in corso. Il caso Covid-19 ha messo in luce come non sia sufficiente limitarsi a guardare ciò che accade solo a livello locale o solo a livello globale e ha fatto emergere l’importanza di una capacità di lettura in grado di intrecciare le due dimensioni.
Riuscire ad avere un approccio che tenga presente le peculiarità locali inserendole nelle dinamiche globali darà un vantaggio competitivo a chi saprà diventare – o è già – locale e globale allo stesso tempo, perché consentirà di fornire o addirittura anticipare risposte mirate alle richieste del target di riferimento.
In conclusione, ogni cambiamento apre nuove sfide, che significano opportunità purché si sia attrezzati a fornire in modo rapido e flessibile le giuste risposte: è questo l’impegno costante del Gruppo Allianz, di cui Darta Saving fa parte.
1. Report su www.allianz.com
2. Comunicato su www.allianzcare.com
3. “I Millennials e le Assicurazioni”, giugno 2020, Italian Insurtech Association
4. “Diversità, «stella polare» del risparmio gestito”, 9 luglio 2020, www.assogestioni.it
5. Comunicato su www.capgemini.com