Riuscire a prevedere e gestire in modo efficace i rischi che connotano l’attività aziendale è fondamentale per ottimizzare obiettivi ed investimenti.
Negli ultimi anni l’avvento delle nuove tecnologie, i cambiamenti climatici e le incertezze nello scenario geopolitico hanno modificato in modo repentino, a volte inatteso, il contesto in cui le imprese erano abituate a muoversi, facendo emergere nuovi rischi d’impresa contro cui le aziende si trovano talvolta impreparate.
Ne dà conto molto bene il rapporto Allianz Risk Barometer 2019 realizzato da Allianz Global Corporate & Specialty (AGCS) sulla base delle opinioni di 2.415 esperti, tra cui CEO, risk manager, broker e consulenti assicurativi provenienti da 86 Paesi. Da questa indagine sono emersi trend e novità interessanti, che portano soprattutto a riflettere sul ruolo che le compagnie assicurative assumeranno in un futuro sempre più vicino.
La classifica dei rischi aziendali secondo il Barometro 2019
Agli intervistati, selezionati tra i clienti di Allianz e suddivisi in base alla dimensione e al settore d’impresa, è stato chiesto di indicare i tre rischi ritenuti di maggiore importanza per la loro attività. Dai dati raccolti si evince che la complessità e la rapidità delle trasformazioni degli scenari – a livello sia locale che internazionale – preoccupano le imprese, esposte a perdite economiche anche ingenti.
Rischi informatici e interruzione di attività
Rispetto al passato, dall’Allianz Risk Barometer 2019 emergono con maggior forza i rischi legati alla diffusione della tecnologia informatica.
Le grandi violazioni della privacy e gli scandali sull’uso dei dati personali per scopi diversi da quelli per cui gli utenti avevano concesso le autorizzazioni, insieme all’introduzione di norme più severe in materia di protezione dei dati nell’Unione Europea e in altri Paesi, hanno portato per la prima volta il rischio informatico sul gradino più alto del podio delle maggiori preoccupazioni per le imprese, ex aequo con l’interruzione di attività (BI, Business Interruption), che invece si conferma al primo posto per il settimo anno consecutivo. Questi due rischi preoccupano a pari merito il 37% del campione.
Per quanto riguarda i rischi informatici, secondo AGCS, la perdita media per un incidente informatico è di poco più di 2 milioni di euro, mentre quella per un incendio o un’esplosione è pari a quasi 1,5 milioni di euro. Gli sbalzi di tensione o i problemi di migrazioni di piattaforme IT, però, possono costare centinaia di milioni di euro. C’è poi il pericolo di essere vittima della criminalità informatica, che secondo AGCS, costa circa 600 miliardi di dollari all’anno, in crescita rispetto a 445 miliardi di dollari del 2014.
Il rischio informatico, secondo Marek Stanislawski, Deputy Global Head of Cyber, AGCS, “è stato importante per molti anni, ma come ogni nuovo rischio ha dovuto confrontarsi con il basso grado di consapevolezza. Siamo arrivati a un punto in cui il cyber è altrettanto preoccupante per le aziende quanto le loro principali esposizioni tradizionali”.
I rischi informatici sono peraltro strettamente connessi con l’interruzione di attività. Le aziende infatti identificano negli incidenti cyber la principale causa di danni da interruzione delle attività (50% delle risposte), seguito da incendi (40%) e catastrofi naturali (38%). Allo stesso tempo, la BI è considerata la principale causa di perdite finanziarie per le aziende dopo un incidente informatico (69% delle risposte).
Possibili cause di interruzione di attività sono anche richiamo dei prodotti, terrorismo, violenza politica o disordini e cambiamenti politici internazionali, che possono portare le imprese a non essere in grado di fornire prodotti e servizi con un impatto negativo sui ricavi. In questo quadro si inserisce il timore di Brexit, che rappresenta una potenziale minaccia per molte aziende, con possibili interruzioni nel rapporto di fornitura o nelle esportazioni.
Catastrofi naturali e cambiamenti climatici
La possibilità che si verifichino terremoti, inondazioni, tempeste preoccupa il 27% del campione, portando il rischio delle catastrofi naturali al secondo posto della classifica. Se consideriamo che il timore dei cambiamenti climatici (8° posto) ha registrato una delle crescite più importanti rispetto all’anno precedente (dal 10% al 13%) il barometro mette in luce il fatto che i rischi legati all’ambiente e ai suoi cambiamenti stanno assumendo un peso sempre più rilevante per le imprese.
Come mai? Innanzitutto, il progressivo riscaldamento globale e la difficoltà nell’attuare politiche comuni per ridurre l’impatto delle attività umane sull’ambiente aprono scenari in cui ondate di calore, innalzamento del livello del mare, alluvioni, periodi di grande siccità, saranno sempre più probabili e frequenti, con effetti importanti anche sull’attività aziendale. In secondo luogo, catastrofi naturali e cambiamenti climatici potrebbero anche avere grandi implicazioni a livello di modifiche normative, ad esempio portando all’introduzione di nuove regole sulle emissioni o nuovi obblighi di comunicazione e divulgazione in molti settori.
La novità: carenza di manodopera qualificata
Per la prima volta entra nella Top Ten del Barometro il rischio di carenza di manodopera qualificata, con il 9% delle risposte, in crescita di 3 punti percentuali rispetto all’anno precedente. Si tratta di una preoccupazione legata allo sviluppo tecnologico registrato negli ultimi anni e all’investimento delle imprese in macchinari 4.0, che necessitano di personale formato per utilizzarne tutte le potenzialità.
“Nell’economia digitale la forza lavoro qualificata – e più in generale il capitale umano – è sempre più una risorsa carente” commenta Ludovic Subran, Deputy Chief Economist di Allianz. “La concorrenza tra le aziende per assumere figure con competenze specifiche in intelligenza artificiale, data science o gestione del rischio informatico o reputazionale è molto alta, dato che la maggior parte di questi lavori fino a 10 anni fa non esisteva. Non sono sufficienti neanche gli stipendi allettanti, poiché il numero di dipendenti con le competenze necessarie è limitato, e la necessità di doverli assumere con urgenza non consente una formazione sul posto di lavoro“.
Prevenire i nuovi rischi grazie alla consulenza assicurativa
Le coperture assicurative sono uno strumento utilizzato nella gestione dei rischi aziendali, per ottimizzare obiettivi ed investimenti. Lo sono state in passato, quando invece dei rischi informatici c’erano i timori legati a furti, incendi, e lo saranno sempre di più in futuro a fronte delle trasformazioni in corso.
“Nuove soluzioni di gestione del rischio, strumenti analitici e partnership innovative – afferma Chris Fischer Hirs, CEO di AGCS – possono aiutare a comprendere meglio e mitigare la moderna miriade di rischi di interruzione dell’attività e prevenire le perdite prima che si verifichino”.
Non sono, infatti, tanto i rischi in sé a destare preoccupazione, quanto la capacità e la possibilità di prevenirli, gestirli ed affrontarli minimizzando l’impatto sul patrimonio aziendale. Per questo, l’analisi del Barometro 2019 ci dice che la consulenza assicurativa può diventare un asset strategico per le imprese quanto più sarà in grado “leggere” nel futuro, intercettare le minacce emergenti e fornire adeguati strumenti di tutela.