Le crisi del 2008 e del 2012 hanno evidenziato che, in un mondo globalizzato, tutto è interconnesso e i macro-fenomeni si ripercuotono sulla gestione di risparmi ed investimenti di privati, famiglie, imprese, con conseguenze sulla vita quotidiana di tutti.
È in questo contesto che, nel 2017, il Parlamento italiano ha votato la legge che rende obbligatoria l’educazione finanziaria, a cui è dedicato il mese di ottobre1.
Nel 2018, il neonato comitato nazionale per la programmazione e il coordinamento delle attività di educazione finanziaria2 scriveva infatti: “Le crisi finanziarie degli ultimi anni […] hanno reso esplicito il costo per l’individuo di scelte finanziarie sbagliate. Hanno anche evidenziato che, quando i costi diventano molto alti e toccano ampie fasce della popolazione o gruppi particolarmente vulnerabili di cittadini, lo Stato è chiamato a intervenire, con conseguenze su tutti i contribuenti e, nei casi più gravi, sulla stabilità finanziaria”.
La pandemia ha innescato profonde trasformazioni rispetto al contesto in cui è nata la legge del 2017. In questo cambio di paradigma, è ancora più forte il ruolo dell’alfabetizzazione finanziaria come strumento fondamentale per affrontare le incognite del presente e del futuro, a livello micro e macro economico.
Dal “new normal” al “next normal”
Dopo la crisi del 2008 si iniziò a parlare di “new normal”, un’espressione con cui si voleva indicare una nuova normalità, un nuovo ciclo caratterizzato dalla crescita lenta dell’economia nei Paesi avanzati. Ogni previsione di quel periodo è stata però spazzata via da COVID, l’epidemia sanitaria che si è rapidamente trasformata in una crisi di sistema, coinvolgendo economia, finanza, società, politica.
Il concetto di “new normal” non è più sufficiente a descrivere l’epoca COVID, che pone nuove ed urgenti sfide, come la riduzione delle diseguaglianze, la necessità di rivedere il modello di sviluppo economico e produttivo, la consapevolezza di nuove priorità globali, a partire dalle politiche ambientali.
L’epoca del “new normal” lascia così il passo al “next normal”, una sorta di fase di transizione verso un’altra normalità. Ma qual è la cifra dominante del “next normal”? Secondo Zabeen Hirji3, executive advisor per ‘‘Future of Work’’ Deloitte Canada, il “next normal” coglie meglio il carattere di dinamicità e transitorietà del post-COVID. “Stiamo andando verso un ambiente in continua evoluzione”, ha detto l’esperto. Nonostante, infatti, l’idea di normalità evochi la stabilità, nel “next normal” la caratteristica principale è l’incertezza.
Tanti fenomeni innescati o accelerati dall’emergenza COVID – come la digitalizzazione, la transizione ecologica, l’interruzione delle catene di fornitura, l’aumento delle disparità all’interno delle società – non hanno ancora dipanato totalmente i loro effetti. La connessione digitale significherà maggiore interconnessione globale? Come si concilierà la sostenibilità con la tenuta del sistema economico tradizionale? La difficoltà di accesso alle materie prime porterà le aziende a tornare a produrre in Europa? Sono tante le domande a cui ancora mancano delle risposte.
A questo si aggiunge anche l’impatto della guerra in Ucraina, il primo conflitto in Europa dopo la Seconda Guerra Mondiale, che porterà probabilmente a una nuova geografia del mondo, ancora difficile da prevedere.
Vulnerabilità finanziaria: cosa abbiamo imparato negli ultimi 15 anni?
In uno scenario così denso di variabili collegate l’una all’altra, quel che è certo è che i mercati finanziari e l’economia in generale saranno sottoposti continuamente a nuovi stress, che avranno impatto sulla gestione dei patrimoni di risparmiatori e investitori e, di conseguenza, sulle economie nazionali.
È per questo che l’alfabetizzazione finanziaria diventa fondamentale. Lo abbiamo imparato già con le crisi del 2008 e 2012, a seguito delle quali numerosi studi hanno rilevato che chi partiva con un buon livello di conoscenze finanziarie è riuscito ad essere più resiliente. Anche l’ultimo Quaderno di Ricerca pubblicato dal comitato per l’educazione finanziaria4 conferma che, a parità di caratteristiche socio-demografiche tra gli individui, un miglior bagaglio di conoscenze rende meno probabile l’impreparazione di fronte all’emergenza.
Un elevato livello di alfabetizzazione finanziaria – misurato attraverso alcune risposte a domande tecniche – è associato, infatti, ad una maggiore propensione al risparmio ed una migliore capacità di pianificazione economica. Qualche dato: la probabilità di essere privi di risparmi si riduce di quasi il 5% e la capacità di affrontare importanti spese impreviste aumenta di circa il 15% per chi ha una maggiore conoscenza finanziaria; la probabilità di pianificare le spese familiari aumenta del 10%; la probabilità di trovarsi in situazioni di crisi dovute a difficoltà nel far fronte a tutte le spese familiari si riduce di quasi l’8%; la capacità di quantificare, da un punto di vista temporale, la possibilità di autosostenersi in caso di perdita della fonte primaria di reddito aumenta del 10% negli individui finanziariamente alfabetizzati.
Di fatto, la maggiore o minore alfabetizzazione finanziaria è correlata con variabili oggettive, come la capacità di risparmio e di affrontare le spese correnti, ma anche con variabili soggettive legate a tratti personali, come l’abitudine a programmare. Questo porta i ricercatori a ritenere che “un solido bagaglio di conoscenze, almeno quelle essenziali, possa rendere le decisioni più consapevoli e, auspicabilmente, ridurre anche i bias che tipicamente conducono a scelte di consumo, investimento e indebitamento non razionali: l’eccessiva fiducia, che porta a sottostimare la probabilità di eventi negativi e sovrastimare la propria capacità di reazione; l’euristica della disponibilità, che condiziona la stima della probabilità di un evento alla “disponibilità” del ricordo di eventi simili; e lo sconto iperbolico, che conduce ad assegnare maggior peso agli eventi presenti rispetto a quelli futuri”.
In effetti l’indagine svolta nel 20205, in pieno COVID, dal Comitato per la programmazione e il coordinamento delle attività di educazione finanziaria aveva evidenziato un aumento di 12 punti percentuali delle famiglie italiane che dichiaravano di arrivare con difficoltà alla fine del mese: se prima della pandemia erano il 46%, a seguito di quanto accaduto nei mesi della “prima ondata” COVID erano il 58%. Tuttavia, il 27,7% di coloro che ritenevano di possedere un livello elevato di conoscenze finanziarie di base ha indicato agli analisti di riuscire ad arrivare facilmente alla fine del mese, nonostante la crisi, contro il 12% di chi si reputava sprovvisto di adeguate conoscenze.
Nel “next normal” caratterizzato da incertezze e volubilità, quindi, l’alfabetizzazione finanziaria si conferma uno strumento utile a migliorare la capacità predittiva e la resilienza economica di risparmiatori ed investitori. L’aumento dell’inflazione del 2022, dopo anni di tassi di interesse bassi, è un primo banco di prova che testimonia come sia importante fare attenzione a non incappare in errori di valutazione e trappole mentali che possono portare a scelte irrazionali.
L’impegno di Allianz per l’educazione finanziaria
L’Italia non brilla nelle classifiche internazionali sul tema6 e questo potrebbe rappresentare un grosso limite nel “next normal”, sia per i singoli cittadini che per l’intero sistema Paese. Recuperare il gap di conoscenze accumulato nel corso di una vita richiede tempo: i programmi per gli studenti dovrebbero formare future generazioni più consapevoli, ma c’è anche il target degli adulti attuali, ovvero i principali detentori di capitali che sono chiamati oggi a prendere le decisioni economico-finanziarie.
Per colmare tali lacune, un ruolo sempre più decisivo è quello del consulente finanziario, che, forte di esperienza e di solide competenze, può accompagnare famiglie, professionisti e imprese nell’assumere decisioni coerenti con il proprio profilo di rischio e con i propri obiettivi di medio e lungo periodo, attraverso la pianificazione. È per questo che il Gruppo Allianz dedica programmi e progetti di educazione finanziaria agli stessi consulenti, per rafforzarne le conoscenze ed aiutarli a interpretare i dati e le dinamiche attuali, così che possano guidare l’investitore finale verso gli obiettivi prefissati.
Ma l’impegno per l’educazione finanziaria non è una novità per Allianz: già nel 2013, il Gruppo aveva puntato sulla finanza comportamentale, realizzando progetti di formazione destinati agli asset manager, allo scopo di aiutarli a trasmettere ai clienti comportamenti meno irrazionali e più ragionati. Una scelta che, oggi, si evidenzia come lungimirante. Il Gruppo finanzia, inoltre, programmi di alfabetizzazione finanziaria in tutto il mondo7: nel 2021, ad esempio, Allianz Life Insurance Company of North America ha rinnovato un finanziamento di 300.000 euro alla realtà non-profit delle Twin Cities, per migliorare l’inclusione economica e la sicurezza tra le comunità svantaggiate.
1. Comunicato stampa su www.quellocheconta.gov.it
2. Comitato per la programmazione e il coordinamento delle attività di educazione finanziaria, 2018, p.4
3. Shaheena Janjuha-Jivraj, “Why Leaders Need To Focus On The Next Normal Rather Than The New Normal”, 29 aprile 2020, Forbes.com
4. Quaderno cosultabile su www.quellocheconta.gov.it
5. “Emergenza Covid-19: gli italiani tra fragilità e resilienza finanziaria”, www.quellocheconta.gov.it
6. Comunicato stampa su www.quellocheconta.gov.it
7. Comunicato stampa su www.allianzlife.com