Nei suoi 126 anni di storia, il Gruppo Allianz, di cui Darta Saving fa parte, ha sviluppato la cultura, i sistemi ed i processi che consentono di creare sostenibilità attraverso un approccio di lungo periodo alla governance, alla responsabilità sociale e all’ambiente.
Questo impegno è stato certificato nel 2017, quando Allianz Group si è classificata al primo posto tra tutte le compagnie di assicurazione secondo il Dow Jones Sustainability Index (DJSI), il più noto indice di sostenibilità che classifica le aziende secondo criteri ambientali, sociali e di governance.
Il riconoscimento premia un impegno di lunga data, che ha fatto di Allianz Group uno tra i precursori della finanza sostenibile.
Cos’è la finanza sostenibile?
Per sostenibilità si intende la capacità di avviare e gestire processi di sviluppo che che soddisfino i bisogni del presente senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare i propri.
Negli ultimi decenni, questo approccio ha iniziato, lentamente, a permeare scelte politiche, economiche, sociali di medio e lungo periodo.
Anche la finanza è stata coinvolta in questo processo. La si definisce sostenibile quando, sia nelle scelte che attengono alla loro organizzazione che nelle decisioni di investimento, gli operatori sono attenti alle istanze ESG:
- Environment, ovvero a preservare gli ecosistemi e la biodiversità nel tempo, facendo scelte che impattano sui cambiamenti climatici e sull’uso delle risorse naturali;
- Society, che vuol dire assicurare il benessere degli stakeholder, dai dipendenti alle comunità di un determinato territorio, migliorandone la qualità di vita;
- Governance, cioè garantire trasparenza ed equità nelle scelte.
Perché la finanza investe nella sostenibilità?
Le sollecitazioni ad operare in modo sostenibile arrivano al mondo della finanza dalle più autorevoli organizzazioni governative internazionali.
Solo per citare l’ultimo esempio in ordine di tempo, a gennaio 2018 l’High-Level Expert Group on Sustainable Finance (HLEG) ha pubblicato un report in cui si raccomanda l’adozione di una strategia europea per la finanza sostenibile, come requisito per raggiungere gli obiettivi stabiliti nell’accordo di Parigi, in particolare il taglio dei gas serra del 40%, per i quali servono circa 180 miliardi di investimenti.
Perchè gli operatori finanziari dovrebbero accogliere l’invito? C’è sicuramente un importante risvolto etico, legato all’idea che ciascuno è responsabile della sopravvivenza e del benessere delle generazioni future e che deve fare la sua parte per tutelare il Pianeta. Non solo: investire in sostenibilità può essere anche vantaggioso.
Morningstar, autorevole società che fornisce ricerche finanziarie indipendenti, ha analizzato l’andamento tra il 2002 ed il 2016 di migliaia di fondi di investimento, classificati secondo un rating di sostenibilità. Risultato: non ci sono discrepanze nei rendimenti tra i fondi “etici” e gli altri.
Secondo un’altra ricerca, pubblicata sul Journal of sustainable finance & investment dagli analisti di Deutsche Asset & Wealth Management e dell’Università di Amburgo1, su 2.000 studi accademici condotti a partire dagli anni Settanta, in circa il 90% si riscontra una relazione positiva tra l’attenzione ai criteri ESG e la performance finanziaria dell’impresa.
Nella maggior parte dei casi c’è addirittura un impatto positivo sui risultati finanziari, che vuol dire che le imprese attente all’ambiente, alla società e che hanno una governance equilibrata sono anche imprese più stabili e redditizie.
La finanza sostenibile fa dunque bene ad ogni livello.
Come si investe in modo sostenibile?
Secondo il Forum europeo per gli investimenti sostenibili e responsabili (Eurosif)2, in Europa questo mercato è cresciuto del 25% tra il 2013 e il 2015. Nel complesso, parliamo di 11.045.479 milioni di euro di investimenti sostenibili in Europa. Non solo banche e assicurazioni; anche gli investitori retail si stanno orientando sempre più su questo mondo: nel 2013 puntava sulla finanza sostenibile il 3,40% dei retail, nel 2015 il 22%.
L’Eurosif ha indicato sette strategie per investire in modo responsabile.
- Si può scegliere di fare investimenti tematici, ovvero investire i capitali propri e dei clienti soltanto in alcuni settori sostenibili, come le energie rinnovabili, la salute, i trasporti a basso impatto, la gestione dei rifiuti.
- Seconda strategia è quella degli investimenti “best in class”, che comporta investimenti solo in società che si distinguono per le migliori performance ESG (Environment, society, governance).
- Terza strategia? Si può scegliere poi di investire solo in imprese e Stati che rispettano norme e standard internazionali, in quanto aderiscono a determinate convenzioni dell’Onu o di fondi e agenzie ad essa collegate.
- Quarta strategia, che ad oggi risulta la più comune, è quella dell’esclusione. Ovvero si sceglie di tagliare fuori dal proprio portafoglio di investimento gli ambiti ritenuti poco etici, come quello delle armi, del tabacco, degli esperimenti sugli animali.
- Più complessa è l’integrazione delle istanze ESG nell’analisi finanziaria. Questa quinta strategia implica che l’analisi finanziaria vada oltre i confini tradizionali del rapporto rischio/rendimento, includendo nelle decisioni di investimento e nei rendimenti attesi anche le istanze ambientali, sociali, di governance.
- Sesta strategia è quella detta dell’engagement, con cui l’operatore finanziario diventa attore egli stesso delle scelte ambientali, sociali e di governance dell’azienda in cui investe, esprimendo il proprio parere al management o esercitando il diritto di voto come azionista.
- Ultima strategia individuata dall’Eurosif è l’impact investing, che si pone il duplice obiettivo di ottenere un rendimento e generare un impatto positivo, concreto e misurabile su ambiente e società. L’intenzionalità proattiva con cui l’investitore persegue lo scopo sociale, insieme al ritorno economico, distingue questa nuova generazione di investimenti. È la strategia che sta vivendo la crescita maggiore, con +385% nel 2015 rispetto al 2013.
La strategia di Allianz Group per la sostenibilità
In questo contesto Allianz Group si distingue per un impegno radicato nella finanza sostenibile.
Tra i primi a partire con l’integrazione dell’analisi ESG nelle dinamiche finanziarie, Allianz Group prosegue ora il suo impegno per la sostenibilità con un mix di strategie, che vanno dall’impact investing fino al disimpegno da attività ad alto impatto ambientale.
Inoltre Allianz usa il rating di sostenibilità per gestire i propri fondi e proporre prodotti di investimento orientati alla sostenibilità: proprio questo aspetto è stato apprezzato nell’ambito del Dow Jones Sustainability Index.
L’impegno di Allianz per la Sostenibilità è sintetizzato nel report annuale3, che illustra risultati, progetti e prospettive per incoraggiare soluzioni sul fronte dei cambiamenti climatici e dell’inclusività sociale.
Le strategie di Allianz Group sono basate, in particolare, su tre pilastri:
- riduzione del consumo di carbone: le azioni vanno dalla riduzione dell’impatto ambientale dell’azienda all’esclusione dal portafoglio di attività ad alto consumo di carbone;
- inclusione sociale: per fare ciò, sono attivati progetti per le future generazioni, interventi e azioni in Paesi emergenti;
- integrazione aziendale: si va dalle vendite responsabili alla protezione della privacy.
Sul fronte ambientale, ad esempio, nel 2016 si segnala la dismissione di titoli legati a modelli di business basati sull’uso del carbone per 225 milioni di euro; e un -25,3% di emissioni di Co2 per dipendente dal 2010. Circa 1,1 miliardi di euro sono stati generati attraverso 156 Soluzioni Sostenibili che Allianz ha lanciato nel 2012 e che ha rinnovato nel 2016, per aiutare i clienti a gestire i loro rischi, promuovendo comportamenti sostenibili.
A livello sociale, si registrano politiche organizzative e progetti per abbattere le diseguaglianze e offrire a tutti opportunità di crescita. Per citare un esempio su tutti, a ottobre 2017 è stato lanciato, con Impact Hub, il programma “Encouraging Future Generations”, per supportare gli imprenditori sociali che lavorano per l’empowerment di bambini e giovani in Brasile, Germania, Malesia e Turchia. Dopo un lavoro di selezione, Allianz ha messo a disposizione il suo expertise per il training a 10 imprese. A giugno ci sarà la finale: chi convincerà la giuria con il suo progetto, vincerà 40.000 euro da Allianz per avviare la sua startup sociale.
1. http://www.tandfonline.com/doi/pdf/10.1080/20430795.2015.1118917