Sono passati cinque anni da quando, nel 2015, l’enciclica “Laudato Sii” di papa Francesco e l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile hanno definito chiaramente la sostenibilità come nuovo paradigma dello sviluppo.
Se questo tema era comparso nell’agenda politica internazionale già nella Conferenza di Stoccolma delle Nazioni Unite del 1972, il 2015 ha segnato l’inizio della costruzione di una coscienza comune, diventata evidente non solo con i movimenti di piazza di milioni di giovani del mondo, ma anche con il manifesto del Business Roundtable: con questo documento, 181 amministratori delegati di aziende americane di calibro mondiale hanno dichiarato che ambiente e benessere dei lavoratori devono venire prima del profitto.
Il coinvolgimento del mondo finanziario è aumentato con la diffusione sempre più ampia della consapevolezza che tutti possono incidere profondamente, in prima persona, indirizzando i propri investimenti verso chi si impegna sul fronte della sostenibilità.
Si è innescato così un processo che ha visto una crescita esponenziale della finanza sostenibile, che ora l’epidemia Covid-19 potrebbe addirittura accelerare. Secondo Eugenia Unanyants-Jackson, Global Head of ESG Research di Allianz, infatti, dopo la pandemia «i fattori ambientali, sociali e di governance (ESG) diventeranno ancora più importanti per valutare la capacità sia delle aziende che dei governi di superare crisi di questa portata»1.
Indice
Investimenti sostenibili: oltre 30mila miliardi di dollari nel mondo
Covid-19: perché la pandemia può accelerare gli investimenti sostenibili
- Maggiore impegno del mondo produttivo
- Più consapevolezza dell’interazione tra ambiente e salute
- Resilienza dei fondi sostenibili
Investimenti ESG, l’impegno di Allianz GI e Darta Saving
Investimenti sostenibili: oltre 30mila miliardi di dollari nel mondo
Un investimento è sostenibile e responsabile quando rientra in una strategia di medio-lungo periodo che integra l’analisi finanziaria con quella ambientale, sociale e di buon governo, per creare valore per l’investitore e per la società.
Secondo l’ultimo rapporto del Global Sustainable Investment Alliance (Gsia), gli investimenti di questo genere hanno toccato in tutto il mondo la cifra di 30.700 miliardi di dollari nel 2018, con una crescita del 34% rispetto al 2016. L’Europa è al primo posto nel mondo con 14.000 miliardi di dollari, seguita da Stati Uniti (12.000 miliardi), Giappone (2.180), Canada (1.690) e Australia/Nuova Zelanda (734 miliardi).
Ci sono diversi sistemi per investire in modo sostenibile. Secondo il rapporto biennale dell’Eurosif Market Study2, al primo posto resta la strategia dell’esclusione (9400 miliardi di euro), che vuol dire escludere dal portafoglio realtà che impattano negativamente sull’ambiente o la società: al primo posto tra gli esclusi c’è l’industria del tabacco.
Tuttavia, sta crescendo sempre più l’attenzione per un approccio più attivo. La strategia di investimento che integra i criteri ESG (Environment, Society and Governance) ha visto infatti un incremento del 60% nel giro di un paio di anni, con circa 4.000 miliardi di asset in gestione.
Il trend del 2018 non ha subito frenate. A fine 2019, Morningstar3 ha rilevato come gli ETF con un focus sui fattori ambientali, sociali e di governance abbiano ricevuto flussi netti di 4,5 volte superiori all’anno precedente, per un totale di 16,7 miliardi, pari al 15,7% del totale.
Inoltre, secondo un sondaggio di Allianz Global Investors, condotto in collaborazione con The Nielsen Company4 su 10.000 cittadini europei, il 75% del campione è orientato verso tematiche ESG ed il 40% ritiene che gli investimenti sostenibili possano avere impatti positivi sui ricavi. In Italia, la percentuale cresce: l’84% è interessato ad investimenti sostenibili, il dato più alto dopo quello del Portogallo.
Covid-19: perché la pandemia può accelerare gli investimenti sostenibili
La pandemia da Covid-19 è ancora in corso, ma in Italia, ed in generale in Europa, i numeri dei contagi si sono ridotti notevolmente rispetto alle settimane più critiche. In attesa che si possa definire conclusa, è già possibile fare qualche riflessione sul futuro.
Per quanto riguarda gli investimenti sostenibili, la percezione è che proprio l’emergenza sanitaria globale possa dare un impulso ulteriore per almeno tre ragioni.
1. Maggiore impegno del mondo produttivo
Innanzitutto, la crisi del coronavirus ha dimostrato quanto rapidamente la nostra vita possa essere stravolta, e quanto possiamo ritrovarci impotenti di fronte alle difficoltà: ciò porterà inevitabilmente a ridefinire le priorità ad ogni livello.
Le imprese avranno un ruolo cruciale nell’orientare lo sviluppo globale. Una riflessione in tal senso è emersa nel corso dell’interessante webinar, promosso da AllianzGI, dedicato proprio agli investimenti ESG.
Il giornalista Paolo Marcesini, direttore della rivista “Italia Circolare”, ha spiegato che «non può esistere economia globale se non ci sono azioni svolte in comunità. Il Covid ce lo ha dimostrato. Con la chiusura, le imprese hanno definito molto meglio chi sono e a cosa servono, hanno capito che la sostenibilità non è solo un fattore competitivo ma è soprattutto un fattore identitario. Ora sanno che un virus le può far chiudere, e lo stesso può accadere se non funziona il trasporto pubblico locale, se non c’è un sistema sanitario efficace».
L’emergenza sanitaria ha dunque reso evidente che l’impresa non può prescindere dalla comunità di riferimento. «Lo strumento con cui fare coesione territoriale è l’economia circolare», conclude Marcesini.
È probabile, ad esempio, che dopo l’epidemia vedremo la tendenza ad accorciare la supply chain, più facile da controllare in caso di crisi. Inoltre, con la crescita della propria dimensione “locale”, le aziende potranno anche porre un’enfasi più significativa sulle relazioni con la comunità, incoraggiando anche comportamenti e pratiche più responsabili e sostenibili, con ripercussioni positive sul valore del brand e la fedeltà dei clienti. Tutto questo alimenterà la crescita di una coscienza collettiva più attenta ad un modello di sviluppo sostenibile.
2. Più consapevolezza dell’interazione tra ambiente e salute
Secondo punto è l’importanza che i temi ambientali assumeranno nel medio e lungo periodo, alla luce del rapporto tra ambiente e salute. Il rischio di spillover, cioè il salto del virus dall’animale all’uomo, cresce infatti nel caso di attività umane come lo sviluppo di allevamenti intensivi o il traffico, legale o illegale, di animali selvatici che poi vengono portati nei mercati. Il caso del SARS-CoV-2 ne è l’esempio lampante.
Secondo il WWF «se da una parte la distruzione di habitat e di biodiversità crea condizioni favorevoli alla diffusione di malattie zoonotiche emergenti, dall’altra la creazione di habitat artificiali o più semplicemente di ambienti poveri di natura e con un’alta densità umana possono ulteriormente facilitarla»5.
Anche Ilaria Capua, virologa di fama mondiale, ha ricordato in più sedi che alle epidemie concorrono anche le modifiche dell’ambiente provocate dalle attività antropiche. «Nel 2014 una delle cause di Ebola è stato un disboscamento massiccio in Guinea, dove la foresta è stata sostituita con coltivazioni arboree industriali»6. Questo ha provocato la migrazione di pipistrelli, portatori dell’agente patogeno, verso le aree urbane, così come è avvenuto per SARS-CoV-2, nel momento in cui «si è creata una situazione del tutto innaturale nella quale il pipistrello della foresta si è trovato esposto ad altri ospiti che hanno amplificato il virus, lo hanno modificato consentendogli di trovare un altro animale da infettare: l’essere umano. Perché noi per il virus siamo solo un altro animale»7.
Visto il prezzo pagato a seguito della pandemia, ci si aspetta un incremento ulteriore della sensibilità generale verso i temi della sostenibilità, che potrà essere declinata anche sul fronte degli investimenti.
3. Resilienza dei fondi sostenibili
Infine, in questi mesi è stato confermato che investire in modo responsabile conviene in termini di rendimento: i titoli riconducibili alla finanza sostenibile hanno dimostrato una maggiore resilienza rispetto agli altri, con performance superiori rispetto ai benchmark di riferimento8.
Questo ha spinto già molti investitori ad orientarsi verso questo tipo di soluzioni. Morningstar9 ha censito 2.528 fondi comuni di investimento ed Etf (Exchange traded fund) domiciliati in Europa che utilizzano i criteri ESG come parte fondamentale del loro processo di selezione dei titoli e/o perseguono temi sostenibili e/o cercano un impatto positivo misurabile accanto al ritorno finanziario. Nel primo trimestre 2020 i flussi netti dei fondi sostenibili europei hanno raggiunto quota +30 miliardi di euro, contro i -148 miliardi dell’industria del risparmio gestito.
Investimenti ESG, l’impegno di Allianz GI e Darta Saving
Allianz GI è stato tra i precursori della sostenibilità in ambito finanziario. Oggi gestisce investimenti ispirati a criteri di sostenibilità per un valore di 535 miliardi di euro: un risultato che è frutto di un percorso iniziato ben 20 anni fa, con la prima strategia azionaria socialmente responsabile.
Tra le soluzioni, ci sono diversi fondi tematici che guardano ad acqua, scienze naturali, salute, demografia, trend agricoli. «Ce n’è uno in particolare – spiega Julie Tedeschi, Key Account Manager Allianz Network Sales, tra i protagonisti del webinar già citato – che racchiude tutto questo. Si tratta di Allianz Thematica, fondo tematico gestito da un team londinese che si occupa di investimenti tematici e che fa una selezione dei megatrend. Valore aggiunto è proprio la costante gestione attiva e ricerca di driver di crescita».
Quanto alla “convenienza”, Tedeschi conferma: “Investire in un paniere di titoli sostenibili con rating positivi di ESG porta risultati positivi perché aggiunge al portafoglio uno strato ulteriore di gestione del rischio. È la strada che stanno percorrendo gli investimenti: chi non affronterà così gli investimenti resterà un po’ indietro”.
In linea con l’approccio del Gruppo di cui fa parte, anche Darta Saving ha dedicato sempre più attenzione alla selezione di comparti d’investimento con rating ESG. Un impegno che emerge in particolare con Darta Easy Selection: dei 195 fondi, riconducibili alle migliori società di gestione internazionali, il 27% è censito da Mornigstar con il proprio rating di sostenibilità. Sono infatti ben 53 i fondi che possono essere ricondotti nell’alveo dei criteri ESG.
Il consulente ha quindi la possibilità di costruire un portafoglio su misura per gli investitori che vogliono coniugare efficienza e sostenibilità: Darta Easy Selection si configura così come una soluzione in grado di intercettare ed interpretare la sensibilità verso la finanza sostenibile, di cui ci si aspetta un’importante accelerazione dopo l’emergenza sanitaria.
1. Comunicato sul sito it.allianzgi.com
2. http://www.eurosif.org/2018sristudylaunch/
3. “5 trend dell’industria degli Etf nel 2019”, 27 gennaio 2020, www.morningstar.it
4. Risultati sul sito it.allianzgi.com
5. https://www.wwf.it/perdita_biodiversita.cfm
6. “Coronavirus, caccia all’animale “untore”: così è avvenuto il salto di specie”, 12 febbraio 2020, ilmessaggero.it
7. “Ilaria Capua. Usiamo l’intelligenza perché per il coronavirus siamo solo un altro animale”, 8 marzo 2020 , lifegate.it
8. “I fondi sostenibili resistono alla crisi del Covid-19”, 21 maggio 2020, ilsole24ore.com
9. “La raccolta dei fondi sostenibili resiste al Coronavirus”, 27 aprile 2020, www.morningstar.it