L’emergenza economica e finanziaria provocata da Covid-19 presenta tratti per certi versi anomali rispetto a quelle conosciute negli ultimi anni.
Se le crisi del 2008 e del 2011 erano partite dai mercati e dalla finanza, oggi è l’economia reale ad essere colpita a livello globale, non per problemi endemici ma per la necessità di limitare i contatti diretti interpersonali, che si traduce in chiusura degli stabilimenti e calo dei consumi. Secondo le previsioni di Goldman Sachs, il PIL dell’Eurozona dovrebbe subire una contrazione del 9% nel 20201 – un calo mai visto nella storia contemporanea in tempo di pace.
Il primo effetto del blocco è la carenza di liquidità: con la riduzione dei flussi di cassa, infatti, le aziende hanno difficoltà a pagare fornitori, dipendenti e, in definitiva, anche le banche, nonostante i loro modelli di business siano solidi.
Non è però escluso che ci possa essere un secondo effetto. Vista l’interconnessione tra aziende, privati, istituti di credito e Stati, la carenza di liquidità potrebbe trasformarsi in un problema di solvibilità delle imprese, eventualità non improbabile se un’azienda non riuscisse ad accedere a finanziamenti per fronteggiare la crisi di liquidità. Di fronte ad uno shock di mercato così imprevisto ed esteso, anche il settore assicurativo deve fronteggiare il problema liquidità ed il rischio solvibilità.
In questo contesto, diventa fondamentale un aspetto che, in tempi di non emergenza, viene dato spesso per scontato ma che emerge in tutta la sua importanza proprio nei momenti di crisi, ovvero la solidità patrimoniale.
La forza di resistere agli urti
Nel 1724, quando un mercante di Amburgo propose di fondare una compagnia di assicurazione a Stoccolma, il governo svedese accettò a patto che la compagnia fosse stata capace di dimostrare la sua solidità patrimoniale e la sua “capacità di solvenza” nelle diverse situazioni. Già all’alba della storia del mondo assicurativo, quindi, la solidità patrimoniale era requisito fondamentale per tutelarsi da imprevisti che potevano coinvolgere molte persone.
Oggi questa esigenza è ancora più forte perché, con l’ampliamento dei mercati e la globalizzazione, le vicende di un’impresa assicurativa – ma vale per ogni altra impresa – coinvolgono migliaia di persone ed hanno ripercussioni anche su altri settori.
La solidità è la capacità dell’azienda di resistere ad uno shock esterno in modo autonomo rimanendo solvibile, cioè riuscendo a far fronte a tutti i propri impegni verso gli assicurati in conformità ai termini delle polizze in essere.
Quando l’ambiente economico in cui è immersa l’impresa è favorevole, la solidità rimane sullo sfondo, divenendo un aspetto quasi scontato. Al contrario, in caso di shock esogeni, la solidità consente di superare i periodi più difficili, perché permette alle aziende di mantenere gli impegni nel breve, medio e lungo periodo.
Non stupisce, quindi, che l’Eiopa, l’autorità europea delle assicurazioni, abbia inviato una lettera2 a tutte le società del settore con la quale ricorda che è fondamentale garantire che compagnie assicurative e riassicurative abbiano “livelli robusti” di riserve, per proteggere gli assicurati e assorbire le potenziali perdite.
La solidità del Gruppo Allianz
Un’impresa solida avrà un capitale sufficiente e un relativo accesso ad esso, tale da sopravvivere alle chiusure. Il bilancio 2019 di Allianz offre molte garanzie da questo punto di vista.
La crescita interna dei ricavi, pari al 5,9% del 2019, con un utile operativo attestatosi a 11,9 miliardi, va letta insieme al dato del Solvency II capitalization ratio al 212%, cresciuto di 10 punti percentuali nell’ultimo trimestre 2019. Quest’ultimo dato attesta la resilienza del Gruppo nel quadro attuale di tassi di interesse negativi e rappresenta un solido rifugio per clienti e azionisti.
Anche i risultati del primo trimestre 20204 sono positivi sotto il profilo della stabilità patrimoniale, in un contesto generale di incertezza. La crescita interna dei ricavi è del 3,7% rispetto al primo trimestre del 2019, mentre i ricavi totali sono cresciuti del 5,7%, ammontando a 42,6 miliardi di euro, contro i 40,3 dello stesso periodo dello scorso anno. Il Solvency II capitalization ratio è al 190%, in leggero calo rispetto al valore del 2019, ma resta comunque un buon indice della solidità del Gruppo.
“Il primo trimestre del 2020 ha mostrato la resilienza di Allianz in circostanze che non hanno precedenti – spiega Oliver Bäte, Chief Executive Officer, Allianz SE. Sono molto orgoglioso della prontezza operativa di Allianz, della dedizione dei nostri dipendenti e del nostro IT, che assicurano i più elevati livelli di servizio per i nostri clienti in una situazione di grande sfida. Questo situazione sta mettendo tutti alla prova, ma credo che insieme vinceremo questa sfida”.
Un altro indicatore utile ad orientarsi nella scelta del partner assicurativo è il rating, valutazione che viene assegnata da società terze qualificate. Le agenzie leader a livello mondiale – Standard & Poor’s, Moody’s e A.M. Best3 – hanno confermato nel primo trimestre 2020 l’affidabilità di Allianz per le controparti: in uno scenario incerto a livello generale, viene premiato chi, per esperienza e dimensioni, è riuscito a costruire una solidità patrimoniale capace di resistere agli urti e può porsi come partner ideale per gli investitori.
1. “Coronavirus, Goldman Sachs: Pil Italia -11,6% nel 2020”, 24 marzo 2020, Rainews.it
2. “Call to action for insurers and intermediaries to mitigate the impact of Coronavirus/COVID-19 on consumers”, 1° aprile 2020, www.eiopa.europa.eu
3. Dettagli sul sito www.allianz.com
4. Comunicato sul sito www.allianz.com