Sovente ci siamo ritrovati a sottolineare che l’investimento dei propri risparmi è un qualcosa che va ben oltre il momento o l’occasione, ma riveste invece un ruolo fondamentale perché contribuisce a rinforzare la propria agiatezza futura. Così come cerchiamo di difendere le nostre attività e il nostro lavoro, parimenti dovremmo fare con il risparmio, il cui saggio impiego sarà in grado di accrescere sensibilmente il nostro patrimonio nel tempo.
Se guardiamo alle importanti performance delle asset class finanziarie negli ultimi 20 anni, il ritorno medio annuo di molte di esse lascia quasi sbalorditi per la sua esplosività.
Osserviamo questo grafico relativo all’ultimo ventennio, ripreso da un recente studio di JP Morgan1: l’immagine che ci restituisce è quella di un mondo finanziario in straordinaria crescita, affiancato da un mondo di investitori totalmente impreparati a raccoglierne i benefici.
Gli asset a maggior volatilità – quelli classicamente indicati come più rischiosi – hanno messo a segno rialzi medi annui compresi tra il 7,5% e il 10%: tra questi troviamo i fondi immobiliari (Reits), gli indici azionari dei paesi emergenti, le small caps fino ad arrivare all’indice azionario per antonomasia, lo SP500. Spostandoci poi verso destra nell’istogramma, tra le ulteriori asset class ritroviamo i classici portafogli bilanciati, indici azionari dei mercati cosiddetti maturi/sviluppati e via via asset obbligazionari e un generico valore dei prezzi delle case.
E fin qui poco o nulla di strano, a parte la corposità dei risultati, come dicevamo appena sopra. Ciò che invece colpisce, e dunque scatena la riflessione, è la colonnina colorata di arancione, quella che evidenzia il rendimento annuo dell’investitore medio: a fronte di rialzi impetuosi e addirittura straordinari nella loro longevità, ogni anno il capitale investito dei risparmiatori si è apprezzato meno di un terzo delle asset class più performanti, e meno della metà di quelle bilanciate!
Possiamo solo largamente immaginare l’impatto complessivo sul capitale, qualora ragionassimo in termini di interesse composto.
Al fine di riuscire a catturare tutta la performance dei mercati, o almeno una buona fetta, e non solo una quota risibile, è fondamentale capire perché questo avviene. Le ragioni sono molteplici, e la prima risiede in una fallace filosofia dell’investimento che spesso accompagna il risparmiatore. Chi sottoscrive una polizza per investire in fondi interni pensa che esistano un momento favorevole e uno sfavorevole, un momento per comprare e uno per vendere, uno scenario economico da inseguire e un altro da rifuggire. E invece no. Il concetto è un altro: esistono soltanto l’approccio giusto e quello sbagliato.
Il primo indispensabile passo è sempre quello di individuare il proprio profilo di rischio, la propria capacità di tollerare eventuali oscillazioni, le proprie esigenze finanziarie nel tempo. Una volta messa a punto la cornice di fondo, si passa ad individuare lo strumento di supporto e poi sempre più in dettaglio le sue componenti. Attenzione però: non è mai un fai-da-te, ma un cammino da impostare e seguire accanto a un professionista di riferimento che saprà consigliare al meglio.
Darta, in particolare, mette a disposizione prodotti che vengono gestiti dalle più grandi e rinomate case di investimento, grazie alle quali è possibile avvicinarsi ai mercati e alle varie asset class nel modo più efficiente ed efficace possibile. Ci riferiamo in particolare a Easy Selection, un prodotto flessibile, diversificato e con costi più bassi rispetto a prodotti analoghi della sua categoria. La straordinaria possibilità di avvalersi dei migliori gestori mondiali, costantemente monitorati e aggiornati, per poter accedere direttamente all’élite delle case di investimento offre il migliore strumento possibile per catturare quella performance che solitamente il singolo investitore non riesce a incamerare.
Tra i 209 “mattoncini” disponibili per comporre il proprio portafoglio di investimento è possibile spaziare tra 3 famiglie di fondi: Team, My Allianz e Multibrand. È soprattutto su Team che vorremmo oggi concentrarci: si tratta di 20 fondi interni dei migliori gestori del mercato mondiale, talenti messi in competizione diretta tra loro all’unico scopo di ottenere benefici per il cliente. Si tratta senza dubbio di una rivoluzione nel mondo delle unit linked, ideata e portata per prima in Italia da Darta Saving. La competizione si svolge nel rispetto di tre semplici ma imprescindibili regole: asset allocation e market views mensili, un limite al numero dei propri fondi selezionabili compreso tra un minimo di tre e un massimo di quindici e da ultimo un livello di volatilità massima consentita pari al 10%.
Ma torniamo al nostro investitore. L’incapacità di leggere gli scenari mondiali spesso lo ostacola, impedendogli di avvicinarsi al mondo finanziario. Abbiamo ricordato che il tempismo è una mera illusione, mentre la performance dei propri investimenti è sempre figlia del tempo e dell’approccio strutturale ai mercati. Affidarsi alle grandi case di Team esonera l’investitore dall’arduo compito di studiare e scartabellare numeri e scenari, delegando la scelta a chi queste ricerche e questi approfondimenti li fa di mestiere. Del resto, non possiamo dimenticare tutto il corollario di servizi accessori che la compagnia offre: la possibilità di pagare un premio unico o premi ricorrenti o versamenti aggiuntivi; il vantaggio di poter differire nel tempo la tassazione, le opzioni in fase di decumulo, l’assenza di alcuna penalità già dopo tre mesi, oltre alla massima flessibilità.
In conclusione, dunque, affidarsi ai grandi gestori e alle grandi case di investimento in termini di scelte operative può avvicinare sostanzialmente il risparmiatore a quella professionalità di approccio utile a catturare la maggior performance possibile dei mercati finanziari, fermo restando il suo profilo di rischio.
1. Market Insight pubblicati su Am.jpmorgan.com