Il flusso di notizie, illazioni, previsioni e suggerimenti in merito all’evento delle elezioni presidenziali americane è stato assordante nel suo complesso, mitigato probabilmente solo dal dilagare dei numeri della pandemia di Covid-19, con il quale si è conteso le prime pagine dei giornali e dei talk show di tutto il mondo occidentale.
Tutto questo frastuono ha contribuito ad accrescere l’incertezza dell’investitore, che sovente si fa trasportare dal sentiment del momento, lasciandosi distrarre dal principio fondamentale che deve caratterizzare il processo e l’ottica dell’investimento: l’orizzonte temporale di lungo periodo.
Quando queste riflessioni saranno pubblicate, gli Stati Uniti avranno già scelto il loro futuro presidente e il Congresso che lo affiancherà, ed entrambi opereranno per il bene del Paese che sono stati chiamati a guidare, da ogni punto di vista: economico, sociale, fiscale e internazionale. Sia i democratici, sia i repubblicani porteranno vantaggi e svantaggi, piani di sviluppo e incidenti di percorso, con un risultato che nel tempo produrrà comunque quanto è sotto gli occhi di tutti, e che è ben rappresentato in questo grafico relativo all’evoluzione dell’indice SP500 negli ultimi 90 anni1.
Un vecchio slogan pubblicitario recitava “un’immagine vale più di mille parole”, e il grafico è lampante in questo senso.
Il grafico evidenzia infatti come un investimento pari a 10.000 dollari effettuato a marzo del 1933 equivarrebbe oggi a quasi 155 milioni di dollari. Ogni dollaro investito allora ne vale oggi oltre 15.000, con una moltiplicazione impressionante per qualsiasi rivalutazione del capitale.
Questo è quanto un investitore dovrebbe guardare quando si avvicina al mondo degli investimenti: a parte rarissimi casi in cui abbiamo assistito a salite modeste, la maggior parte delle volte i mercati sono saliti in modo robusto, indipendentemente dal colore delle amministrazioni che si sono via via alternate.
Soffermarsi sui programmi dei diversi candidati, evidenziarne i limiti e i vantaggi, scervellarsi sugli scenari possibili in caso di blue wave o amministrazioni miste può essere un interessante intrattenimento intellettuale da salotto, ma non può tradursi in scelte di investimento, né in termini di tempismo – tendenzialmente si azzecca al 50%, ovvero come con il lancio di una moneta – né tantomeno in termini di pesi e contropesi, concetto che va allineato solo al proprio profilo di rischio, ma mai a valutazioni personali sul fatto che il mercato sia più o meno caro o più o meno sottovalutato.
La maggior parte delle evidenze statistiche, dunque, conferma che i mercati azionari sono cresciuti in modo sistematico, a prescindere dalle amministrazioni.
Nella tabella2 si evidenziano i risultati tratti da un testo piuttosto conosciuto, The little book of stock market cycles.
Secondo queste statistiche, relative agli ultimi 130 anni di dati, il ritorno medio annuo dell’indice Dow Jones nei quattro anni successivi alla elezione del Presidente è sempre stato positivo. La miglior combinazione possibile in passato – pronta ad essere smentita, come ogni volta che parliamo di medie statistiche – è quella che prevede un presidente democratico e un congresso repubblicano. La loro azione in passato ha mediamente prodotto rialzi medi annui dell’indice pari al 19,5%. Per contro, sull’estremo opposto troviamo la peggior combinazione per il listino azionario del Dow Jones, ovvero quella che ha visto vincere un presidente repubblicano e un congresso democratico. Ciò che risulta evidente, inoltre, è che il fattore di maggior rilievo non è tanto il partito del presidente, quanto quello del congresso, visto che i rialzi medi del mercato sono molto più ampi per un congresso repubblicano rispetto ad uno democratico.
Il messaggio dunque è abbastanza chiaro: la vittoria di un candidato o di un altro influenza ben poco l’andamento dei mercati nel lungo periodo. L’incertezza riguarda semmai il fatto che il risultato sia più o meno evidente, più o meno netto, ma riguarderà solo pochi giorni o poche settimane. Inoltre, qualora ciò accada, sarà l’evento che permetterà al mercato di impostare eventuali temporanee flessioni, permettendo acquisti migliori nella prospettiva pluriennale a cui sempre l’investitore accorto deve fare riferimento.
Come abbiamo già sottolineato, dunque, cercare di interpretare la realtà per decidere come investire può essere largamente stressante, oltre che fuorviante. Se pensiamo a quanto sta accadendo negli ultimi anni – da Brexit, alla pandemia, alle incertezze elettorali – è palese che siano in gioco variabili molto complesse, difficili da analizzare non solo per i risparmiatori e i piccoli/medi investitori, ma anche per gli esperti stessi. A differenza dell’investitore comune, però, gli analisti dispongono non solo di strumenti discrezionali per effettuare le loro scelte di investimento, ma anche di strumenti molto più complessi legati appunto alle statistiche, alle correlazioni, alla volatilità e alle nuove frontiere dell’intelligenza artificiale applicata alle analisi dei mercati. Anche per questa ragione, occorre confrontarsi con i professionisti del settore e ricercare le soluzioni più adatte alle proprie esigenze e al proprio profilo di rischio.
In questo contesto più che mai, risulta premiante scegliere prodotti quali Darta Target Solution, che propone soluzioni modulate sulle esigenze e gli obiettivi di ogni singolo cliente, vista l’ampia gamma delle opzioni di investimento offerte. Il risparmiatore può dunque essere guidato dal suo consulente nella scelta del prodotto/servizio che più gli si addice, optando tra differenti livelli di rischio e rendimento, secondo il corretto orizzonte temporale di riferimento.
Le linee offerte sono caratterizzate da livelli di volatilità attesa e orizzonte prospettico differenti:
- Silver, con un orizzonte di 4 anni e una volatilità annua attesa del 4%;
- Gold, con un orizzonte di 4 anni e una volatilità annua attesa del 5,6%;
- Platinum, con un orizzonte di 7 anni e una volatilità annua attesa del 6,5%;
- Diamond, con un orizzonte di 12 anni e una volatilità annua attesa del 8,4%.
Come è facilmente intuibile, maggiore è l’orizzonte di investimento, minori saranno gli impatti di eventuali eventi negativi di breve, sempre riassorbiti nei periodi successivi. La decisione dunque di demandare ai gestori di Darta Target Solution la combinazione degli asset che meglio rispecchia il profilo permette di trascendere dagli episodi della cronaca per assurgere alle dinamiche della storia che, come abbiamo visto nei dati degli ultimi 100 anni, è sempre stata generosa con gli investitori, in particolare con quelli pazienti. Gli esperti di Darta, focalizzati su un approccio strutturato, permettono dunque di assorbire eventuali eventi negativi, cogliendo sia i trend di ampio respiro, sia i nuovi temi di investimento.
Parlando di Darta Target Solution è d’obbligo sottolineare l’opzione con switch automatico senza costi per il cliente, che permette la modifica tra i diversi profili di rischio al verificarsi di determinate condizioni. Qualora infatti i mercati raggiungessero determinati target prestabiliti, il gestore ridurrà in automatico gli asset a maggior volatilità presenti in portafoglio, con il duplice scopo di ottenere un portafoglio più difensivo e di mettere da parte i guadagni conseguiti. Questo strumento si rivela dunque particolarmente efficace per affrontare gli alti e bassi del mercato con un certo distacco.
Sappiamo che le variabili economiche, sociali, geopolitiche e finanziarie sono in continua evoluzione, ma solo un approccio strutturato e prestabilito può consentirci di navigare oltre la cronaca di questi mesi e i cambi di rotta temporanei, e mantenere saldo il timone per tutelare nel tempo il nostro patrimonio.
1. Grafico tratto da “Come le elezioni influenzano i mercati in 5 grafici”, 17 settembre 2020, Capitalgroup.com
2. Elaborazione di BullsandBears.it su dati tratti da The little book of stock market cycles, Jeffrey A. Hirsch