Nell’ambito del Regolamento sulla Tassonomia delle attività eco-compatibili approvato dal Parlamento Europeo, entro il 10 marzo 2021 le compagnie assicurative sono chiamate a rilasciare informazioni precise relativamente alla sostenibilità dei prodotti, intesa non solo a livello ambientale, ma anche sociale.
La sostenibilità sociale si definisce come la capacità di garantire condizioni di benessere umano – sicurezza, salute, istruzione, democrazia, partecipazione, giustizia – equamente distribuite per classi e genere in modo che si mantengano nel tempo1.
Forse per l’ampiezza e l’imponenza del suo significato, negli ultimi anni la questione dell’impatto sociale delle attività umane è rimasta un po’ ai margini del dibattito e dell’attenzione dell’opinione pubblica rispetto ai temi ambientali, nonostante nei principali documenti stilati a livello internazionale sia sempre presente – l’aspetto “Social” è uno dei protagonisti anche nell’acronimo ESG che definisce gli investimenti sostenibili.
Tuttavia, con Covid-19 la situazione è cambiata: la consapevolezza dell’importanza della sostenibilità sociale è destinata a crescere sempre più, e con essa anche l’attenzione degli investitori alla finanza in grado di declinare la sostenibilità in termini sociali.
Sostenibilità sociale: perché diventa centrale
C’è ormai una certa concordia nel definire quella di Covid-19 una sindemia, in cui i fattori sanitari si intrecciano e vengono acuiti dalla vulnerabilità dei gruppi di persone più fragili a livello socio-economico. Secondo Richard Horton2, che per primo ha dato questa definizione, la combinazione tra Sars-Cov2, malattie pregresse e disuguaglianze socio-economiche accentua gli effetti negativi di Covid-19, penalizzando maggiormente chi non ha gli strumenti per accedere a prevenzione, cure e informazioni corrette.
Ciò significa che in una società con minori disparità di condizioni socio-economiche, l’impatto dell’emergenza sanitaria e delle sue conseguenze economiche sarebbe stato inferiore. Un insegnamento dal quale non si può sfuggire, alla luce delle previsioni dell’OMS secondo cui bisogna aspettarsi nuove pandemie come quella di Covid-193.
Ecco perché la sostenibilità sociale di qualunque attività umana è destinata a diventare uno dei fattori in grado di orientare le agende internazionali, l’opinione pubblica, le scelte dei consumatori al pari di quanto accaduto negli ultimi anni con l’ambiente.
La sostenibilità sociale come chiave di sviluppo
Tendere all’equità, come richiede la sostenibilità sociale, significa eliminare la povertà e la sperequazione dei benefici dello sviluppo, nonché realizzare le condizioni affinché ciascuno possa veder concretizzato il proprio diritto a vivere in un contesto che gli permetta di esprimere le proprie potenzialità e di partecipare ai processi decisionali.
Perché questo ha a che fare con il mondo assicurativo-finanziario? Lo spiega molto bene The Geneva Association, di cui fa parte anche Allianz, nel report pubblicato ad agosto 2020 “The Role of Insurance in Mitigating Social Inequality”4.
In sostanza, il think tank internazionale dell’industria assicurativa sottolinea che ridurre le disuguaglianze sociali è un impegno con delle fondate ragioni economiche, perché una società con meno disparità è più stabile e resiliente a situazioni di crisi come la pandemia, e può sviluppare meglio le sue potenzialità in termini di crescita economica, che è la base per il buon andamento del mercato assicurativo e finanziario.
Secondo gli economisti, infatti, c’è una correlazione tra uguaglianza sociale e performance economiche di un Paese, perché laddove c’è ampio accesso a nutrimento, cure sanitarie e istruzione, si creano le condizioni per valorizzare il capitale umano.
L’OCSE, ad esempio, ha rilevato un impatto statisticamente rilevante della disuguaglianza di reddito sulla crescita di medio termine5: i Paesi dove ci sono minori disparità avrebbero un andamento migliore rispetto a quelli in cui la forbice tra i più ricchi ed i più poveri è ampia.
Secondo l’economista Joseph Stiglitz6, la disuguaglianza dei redditi blocca la mobilità sociale, che, a sua volta, non consente lo sviluppo delle abilità individuali, limitando la produttività a livello lavorativo.
Inoltre, redditi stagnanti nelle fasce economicamente meno abbienti della popolazione possono favorire la probabilità di gravi crisi finanziarie. Alcuni studiosi7 che hanno analizzato le cause della grande crisi del 2008 negli Stati Uniti, ad esempio, hanno rilevato che le crescenti disparità reddituali portarono la politica a creare le condizioni per la facilitazione del credito. Dal boom dei prestiti a lower e middle class nacque poi la crisi finanziaria che, dagli Stati Uniti, si estese al resto del mondo.
In sostanza, a livello macroeconomico, in una società con profonde disuguaglianze l’economia fatica a far emergere tutto il suo potenziale di crescita. Al contrario, una ripartizione più equa delle risorse e l’opportunità di accedere al sistema di istruzione consentono di avere un clima favorevole al capitale umano che è motore dello sviluppo dell’economia.
Se è vero, poi, che la crescita economica è anche l’elemento essenziale per il mercato assicurativo e per il mondo finanziario, tutto ciò che può destabilizzarla rappresenta un problema. La disuguaglianza, in questi termini, è un problema: le disparità di redditi, di accessibilità all’istruzione, fino alle vere e proprie discriminazioni basate su identità culturale, etnica e religiosa, minano la fiducia e la coesione sociale, preparando il terreno per conflitti violenti che scoraggiano i sentimenti di consumatori ed investitori.
Sostenibilità sociale: il ruolo delle assicurazioni
Come già sta accadendo per il tema ambientale, le assicurazioni possono essere protagoniste anche nella sostenibilità sociale, sia per il loro core business, sia come investitori istituzionali in grado di orientare grandi quantità di capitali a sostegno di attività che possono contribuire a ridurre le disuguaglianze.
La protezione assicurativa per ridurre le disuguaglianze
Per quanto riguarda le loro tipiche funzioni di protezione, le assicurazioni possono alleviare le disuguaglianze coprendo l’esposizione a rischi che potrebbero portare persone e intere famiglie nella povertà, soprattutto in assenza di una copertura pubblica.
Basti pensare alle assicurazioni sulla vita, che coprono da minacce come perdita del lavoro, povertà in età anziana, disabilità permanente o prematura morte del componente della famiglia che ne rappresenta la principale fonte di reddito. Ad esempio, confrontando i cambiamenti negli standard di vita delle famiglie dopo la morte di un partner, è emerso che il 33% di chi era sprovvisto di assicurazione ha visto peggiorare la propria condizione economica8.
Di fatto, se è vero che la sostenibilità sociale sarà sempre più al centro delle agende politiche internazionali, le assicurazioni possono diventare partner delle istituzioni pubbliche per la loro capacità di fornire soluzioni in grado di attenuare l’impatto di rischi imprevedibili sulla capacità reddituale delle persone e delle imprese, in un modello di welfare civile9 in cui tutti gli attori, pubblici e privati, concorrono al benessere dei cittadini.
Gli investimenti socialmente sostenibili
Il mondo assicurativo può assumere un ruolo ancor più innovativo ed impattante sul fronte della sostenibilità sociale attraverso gli investimenti.
Secondo le stime dell’ONU, mancano 2500 miliardi di dollari all’anno per raggiungere gli obiettivi di Sviluppo Sostenibile fissati per il 2030. Questo gap rappresenta un’interessante opportunità di investimento, l’occasione per contribuire a gettare le basi di un futuro migliore a livello globale, senza dimenticare la redditività. Gli investimenti tematici, infatti, non sono immuni dalla volatilità, ma i trend tendono a mostrare resilienza nei cicli di ribasso macroeconomico.
Come si definisce un investimento sostenibile per la società? In attesa di avere dei criteri dettagliati quanto quelli dedicati all’impatto climatico, il Regolamento europeo per la tassonomia degli investimenti indica di rispettare soglie di salvaguardia minime in ambito sociale allineandosi alle linee guida dell’Ocse e ai Guiding Principles on Business and Human Rights delle Nazioni Unite.
In un ambito in cui non ci sono ancora dei parametri univoci per tutti, la competenza e l’esperienza fanno la differenza nell’orientare le scelte dei privati che vogliono contribuire alla sostenibilità sociale.
Il Gruppo Allianz, di cui fa parte Darta, ha individuato da tempo dei criteri guida per declinare concretamente in investimenti gli obiettivi ONU dell’Agenda 2030, selezionando società che sviluppano soluzioni per contribuire al raggiungimento di tali obiettivi, attivando processi di trasformazione su scala globale10.
Ad esempio, nell’ambito della lotta alla fame e alla povertà, il Gruppo Allianz investe in servizi per micro-finanziamenti, società che forniscono cibo nutriente a prezzi ragionevoli e fornitori di tecnologie legate all’agricoltura di precisione, che limita l’eccessivo uso di fertilizzanti.
Per favorire l’accesso all’istruzione di qualità, equa ed inclusiva, gli investimenti vengono orientati su fornitori di istruzione professionale e superiore a prezzi accessibili o società di formazione online.
Per raggiungere l’uguaglianza di genere e l’emancipazione delle ragazze, ci si focalizza su aziende dotate di linee guida chiare sul processo imparziale di assunzione, promozione e retribuzione dei dipendenti, senza discriminazioni di genere.
Per promuovere occupazione piena e proficua per la crescita economica, con lavoro dignitoso per tutti, gli investimenti sono diretti verso aziende che promuovono un’assistenza sanitaria accessibile o che producono energia sostenibile.
Si tratta di esempi concreti di come gli investimenti possano accelerare la crescita dell’uguaglianza a livello sociale. Esempi che diventeranno più evidenti dopo il 10 marzo, quando tutti i partecipanti ai mercati finanziari rilasceranno informazioni precise circa i rischi per la sostenibilità dei prodotti proposti.
Quello che appare chiaro, soprattutto dopo Covid, è che la sostenibilità sociale è destinata a ricevere maggiore attenzione rispetto a quanto non sia accaduto fino ad ora. Tra gli investitori istituzionali, saranno premiate quelle realtà che hanno già una storia credibile e le competenze necessarie per bilanciare obiettivi di sostenibilità e di redditività.
1. Wilfred Beckerman, “ ‘Sustainable Development’: Is it a Useful Concept?”, Environmental Values 3, no. 3, 1994
2. Richard Horton, “Offline: COVID-19 is not a pandemic”, The Lancet, 26 settembre 2020
3. “Oms, la pandemia di Covid «non è necessariamente la peggiore», è stata «un campanello di allarme»”, Corriere.it, 29 dicembre 2020,
4. Report “The Role of Insurance in Mitigating Social Inequality“, The Geneva Association, agosto 2020
5. OCSE, “Focus on Inequality and Growth“, dicembre 2014
6. Joseph Stigltiz, The price of inequality: How today’s divided society endangers our future, 2012
7. R. Rajan, Fault lines: How hidden fractures still threaten the world economy, 2010; E. Stockhammer, Rising inequality as a cause of the present crisis, 2015.
8. D. Bernheim, L. Forni, J. Gokhale, and L. Kotlikoff, The mismatch between life insurance holdings and financial vulnerabilities: Evidence from the health and retirement study, American Economic Review, 2003
9. “Sostenibilità sociale chiave dello sviluppo”, Ilsole24ore.com, 2 marzo 2016
10. Informazioni dettagliate su it.allianzgi.com