Sin dai tempi antichi, gli uomini hanno sentito l’esigenza di tutelarsi dall’aleatorietà degli eventi: le prime forme di trasferimento e distribuzione dei rischi risalirebbero già alle popolazioni cinesi e babilonesi del III e II millennio a. C.
Nel corso della storia, il mondo assicurativo ha accompagnato l’evoluzione delle società, modificando le modalità e la tipologia delle tutele in modo correlato ai cambiamenti sociali, economici, tecnologici. Pensiamo, ad esempio, al ruolo che oggi l’Insurance sta assumendo nell’ambito previdenziale, storicamente appannaggio – almeno in Italia – del welfare pubblico: l’esigenza di colmare il gap tra reddito da lavoro e pensione, a fronte delle nuove regole pensionistiche, sta portando sempre più persone ad individuare forme di integrazione anche nell’ambito assicurativo.
Oggi l’elemento più disruptive rispetto al passato, e ormai segno distintivo delle società del nuovo millennio, è senza dubbio la digitalizzazione, entrata di diritto tra i macro-trend imprescindibili anche per il mondo assicurativo, e una delle espressioni più importanti – forse la massima – della rivoluzione digitale è la nascita delle Smart City, le città intelligenti.
Sono ancora poche le città che hanno raggiunto una buona efficienza, ma di sicuro rappresentano sempre più il modello a cui ogni amministrazione guarda. Addirittura, l’Unione europea considera le Smart City una soluzione ai problemi di inquinamento che interessano il pianeta. In questo quadro, è chiaro che il mondo dell’Insurance non può che cercare di capire quale sarà il suo ruolo nelle città del futuro, per continuare ad accompagnare la società in questa nuova fase storica.
Smart City: da Rio De Janeiro a Vienna
Il concetto di Smart City nasce nel 2009 quando, a Rio de Janeiro, viene avviato il primo piano di gestione rifiuti attraverso l’innovazione tecnologica.
Oggi, secondo lo Smart City Index 20191 della società di consulenza tedesca Roland Berger, sono 153 le città che hanno una chiara strategia di Smart City, quasi il doppio rispetto alle 87 del 2017. Tuttavia, l’eccellenza rimane ancora per pochi: il 90% delle città esaminate non dispone di un approccio smart ad ampio raggio. A dominare la classifica è Vienna, che arriva al primo posto grazie alla strategia integrata e alle soluzioni innovative per la mobilità, l’ambiente, l’istruzione, l’assistenza sanitaria e la pubblica amministrazione2.
I punti chiave per la trasformazione delle città contemporanee in nuclei urbani intelligenti sono stati chiariti nel corso dell’Intelligent Community Forum di New York del 2014. Obiettivo ultimo è il miglioramento della qualità della vita, intesa in tutte le sue sfaccettature: ambiente pulito, accesso ai servizi, facilità nel disbrigo delle pratiche quotidiane. Il mezzo per raggiungere l’obiettivo è la condivisione di informazioni rilevate da sensori e trasmesse attraverso una rete di telecomunicazioni digitali accessibili su una piattaforma integrata.
In una Smart City, per esempio, le informazioni sul traffico, sulla disponibilità di parcheggi, sul consumo energetico, sull’inquinamento o sull’orario di arrivo dei trasporti pubblici sono normalmente consultabili su smartphone e tablet, così pure le indicazioni sulla possibilità di controllare e gestire gli sprechi e migliorare l’efficienza energetica delle abitazioni.
Fondamentale nello sviluppo delle infrastrutture e nella diffusione delle applicazioni smart è il ruolo di regia delle pubbliche amministrazioni. Altrettanto importante, tuttavia, è la consapevolezza degli abitanti, che devono conoscere le potenzialità di una città altamente tecnologica e devono essere messi nelle condizioni di poterla “usare”, anche attraverso momenti di informazione e spazi “social”, sia sul web che nella realtà offline.
Gli esempi di applicazioni smart in contesti urbani sono ormai molteplici. Il report Roland Berger segnala Vienna per un programma di servizi innovativi in ambito di e-Health, così come Barcellona dove il Comune fornisce un servizio di teleassistenza ai cittadini.
Altro caso, meno blasonato ma molto interessante, è quello di Louisville, negli Stati Uniti, dove è ormai del tutto normale che le luci di casa cambino colore se c’è un’emergenza nelle vicinanze o che il filtro dell’aria si attivi se rileva una variazione nella qualità dell’aria. In caso di organizzazione di grandi eventi, poi, tutti i cittadini ricevono in automatico un invito elettronico, senza costi amministrativi.
A Berlino, il progetto “Future Living Berlin” porterà a realizzare un complesso immobiliare ecosostenibile in cui ogni unità sarà dotata delle più moderne tecnologie, con celle solari che produrranno una fornitura autosufficiente di energia e riscaldamento e sensori che calcoleranno l’ora del giorno e l’incidenza della luce naturale per garantire un’illuminazione ottimale. Anche i rubinetti e le maniglie saranno completamente automatici grazie ai sensori di movimento: un grande aiuto soprattutto per le persone anziane.
Smart Insurance per Smart City
L’evoluzione delle città da tradizionali a iper-digitalizzate determina almeno due nuovi scenari che possono interessare il mondo delle assicurazioni.
Il primo elemento è l’emergere di nuovi rischi, inimmaginabili in un contesto tradizionale. Connettere le sfere pubbliche e private nelle Smart Cities può, infatti, creare rischi complessi che richiedono una sempre maggiore capacità di Cyber-Sicurezza.
Diventerà sempre più prioritaria la protezione dall’uso non autorizzato dei dati, dagli attacchi hacker, ma anche dalla perdita o dalla distruzione fisica di tali dati.
Inoltre, sarà sempre più richiesto l’intervento assicurativo per prevenire o fronteggiare il rischio che hardware (sensori, dispositivi) e software (programmi, strumenti di analisi) non funzionino correttamente, mandando in tilt un’intera città.
Si può prevedere che il Cyber Risk e la Business Interruption, che oggi sono tra le maggiori preoccupazioni per le aziende, diventeranno rischi concreti anche per le Smart City. Le città intelligenti, quindi, avranno sempre più l’esigenza di tutelarsi attraverso nuove soluzioni assicurative.
Il secondo spunto interessante per il mondo assicurativo è dato dalla mole di informazioni deducibili dalle aggregazione di dati accessibili. Avere a disposizione dati certi sui rischi, infatti, consente di ridurre il valore dei premi assicurativi, rendendo più appetibile la sottoscrizione di assicurazioni.
Pensiamo alle Black Box che le compagnie assicurative propongono ormai da anni ai sottoscrittori di Rc Auto. La possibilità di utilizzare le informazioni raccolte dalle scatole nere per rintracciare un’auto rubata o per ricostruire con certezza la dinamica consente alle compagnie di ottenere dei risparmi rispetto ai risarcimenti che deve erogare. Questo vantaggio per le compagnie viene trasferito anche ai sottoscrittori di Rc Auto che accettano di installare la Black Box nella propria auto, in quanto viene riconosciuta loro una riduzione del premio.
Grazie alla disponibilità di dati relativi al contesto ambientale e alle abitudini degli assicurati, raccolti all’interno della Smart City, il meccanismo alla base delle Black Box si può estendere anche ad altre forme di assicurazione non obbligatorie e meno diffuse in Italia, come le polizze vita, le Rc del capofamiglia o le polizze casa.
Ad esempio, per quanto riguarda le polizze vita, la disponibilità di accesso alla rete gratuita – che caratterizza le Smart City – faciliterebbe l’uso di dispositivi già esistenti, come i cosiddetti smart watch, che attraverso applicazioni personalizzabili raccolgono e forniscono informazioni sulle condizioni utili a prevenire malattie: attività sportiva, sana alimentazione, qualità dell’ambiente. Questi dati, adeguatamente gestiti nel rispetto della Privacy, consentirebbero alle compagnie assicurative di avere informazioni più precise e proporre sconti sui premi a chi sceglie di indossare gli smart watch, ampliando la platea dei possibili fruitori.
Inoltre, le assicurazioni possono basarsi sui dati relativi alle attività dei cittadini per coglierne alcuni bisogni latenti. Ad esempio, nel caso di Louisville, dove vengono inviati messaggi automatici per invitare le persone alle manifestazioni pubbliche, si potrebbe pensare a dei pacchetti di Instant Insurance attivabili a tutela dei partecipanti all’evento. Polizze di questo tipo potrebbero essere proposte anche nel caso degli smart watch abbinati alle polizze vita, con l’obiettivo di proteggere l’utente durante l’attività sportiva amatoriale.
In una Smart City, il ruolo dell’Insurance può però spingersi anche oltre il beneficio individuale. Ad esempio, riprendendo il caso delle Black Box, questi strumenti potrebbero essere utilizzati per raccogliere informazioni sulle buche del manto stradale, per offrire servizi sia ai cittadini sia alle amministrazioni. Sul fronte delle polizze vita, l’incentivo ad adottare buone prassi alimentari e sportive può avere, nel lungo periodo, un impatto importante sullo stato di salute della popolazione, riducendo ad esempio il ricorso all’ospedalizzazione, con conseguente contenimento della spesa pubblica.
La Smart City, dunque, non è solo la culla dell’Insurance del domani, ma diventa addirittura teatro di un nuovo ruolo dei player assicurativi, che possono rafforzare il proprio impatto sociale e rendersi protagonisti di rilievo nella costruzione di città sempre più vivibili.
1. https://www.rolandberger.com/en/Publications/Smart-City-Strategy-Index-Vienna-and-London-leading-in-worldwide-ranking.html
2. Per approfondimenti: https://smartcity.wien.gv.at/site/en/projects/