Le incertezze legate alla pandemia si sono riverberate sulle scelte finanziarie degli italiani, portando a una crescita record dei risparmi depositati su conti correnti e depositi bancari. Nel 2020, le riserve hanno sfiorato quota 2.000 miliardi di euro1, in crescita del 7-8% rispetto al 2019, superando di fatto il valore del PIL che, nello stesso anno, si è attestato a 1.652 miliardi.
Secondo l’analisi del Centro Studi di Unimpresa, famiglie e aziende hanno preferito avere risorse finanziarie sempre disponibili, abbandonando forme di risparmio meno liquido a fronte del quadro pandemico e dalla sua evoluzione. È plausibile pensare che questo atteggiamento orientato alla massima prudenza sarà progressivamente abbandonato man mano che si consolideranno gli esiti della campagna vaccinale. Già i segnali positivi che arrivano dalle stime sulla crescita economica2 stanno dipanando i timori di una nuova recessione, dopo quella innescata dalla crisi del 2008-2009.
Nello scenario post-pandemico, ci si aspetta quindi che la mole di risparmi accantonati su conti correnti e depositi possa essere oggetto di investimento da parte dei privati. A fare da volano potrebbe essere la cosiddetta “silver economy”, espressione usata per definire l’insieme delle attività economiche legate ai bisogni e alle richieste degli over-50 – una fascia di popolazione destinata a crescere nei prossimi anni. Si conta, infatti, che nel 2025 gli over-50 saranno il 42,9% della popolazione europea3 e genereranno valore per 6.400 miliardi di euro: per fare un confronto con le nazioni, la si potrebbe classificare come la terza economia più grande del mondo, dietro a Stati Uniti e Cina!
All’interno della popolazione silver, gli over-65, in quiescenza rispetto alla fascia 50-65, sono da tempo oggetto di attenzione da parte degli operatori finanziari, perché già prima di Covid rappresentavano un target per certi versi nuovo ed in progressiva crescita: dotati di disponibilità di risorse stabili, esigenze di mantenimento e trasmissione del patrimonio alle generazioni successive e un orizzonte temporale tutto sommato ampio – visto l’allungamento dell’aspettativa di vita – oggi gli over-65 possono di fatto progettare il futuro. Saranno loro il volano della ripresa degli investimenti post-Covid?
Solidità, resilienza, fiducia: gli investitori over-65 in Italia
In Italia gli over-65 rappresentano oggi il 22,6% della popolazione, ma, secondo le proiezioni Istat, nel 2050 arriveranno al 37%. Non più in età da lavoro, ma nemmeno anziani nel senso di persone non autosufficienti, i Baby Boomer (nati tra il 1946 e il 1964) possono godere di una ventina d’anni di vita attiva in più rispetto alle generazioni precedenti e, di conseguenza, fanno progetti a tutto tondo, forti di redditi fissi, non più legati alle incertezze del mondo del lavoro, e della disponibilità economica accumulata nel tempo.
Rispetto alle conseguenze della pandemia sul fronte economico, i Baby Boomers possono contare su una maggiore stabilità finanziaria rispetto ai giovani. Secondo uno studio di Confindustria4 del 2020, il profilo dell’italiano ultrasessantacinquenne è quello di una persona che vive in una casa di proprietà, ha mezzi e tempo a disposizione per aiutare anche economicamente i familiari (nel 30% dei casi), ha una ricca vita sociale e genera una crescente domanda di beni e servizi: il valore complessivo della spesa degli over-65 è di circa 200 miliardi di euro all’anno, pari a un quinto dell’intero ammontare dei consumi delle famiglie italiane.
Gli indicatori di povertà e fragilità finanziaria mostrano una maggiore solidità delle famiglie over-65 rispetto alle altre tipologie familiari, con un minore livello di indebitamento. Il reddito individuale annuale degli over-65 si è rivelato, inoltre, più resiliente al ciclo economico. Meno soggetto agli “scossoni” di una crisi finanziaria globale o di una pandemia, chi è già fuori dal mondo del lavoro può infatti contare su un reddito costante ed eventualmente su un patrimonio già consolidato nel tempo.
Ad esempio, il reddito degli over-65, infatti, è stato solo parzialmente eroso dalla crisi del 2008 e già nel 2016 era tornato sopra i livelli del 2006. Si tratta dell’unica fascia d’età ad aver raggiunto questo risultato entro il 2016: le altre presentano valori di gran lunga al di sotto dei livelli reddituali degli anni precedenti la crisi.
Anche con la pandemia di Covid, ci si aspetta una maggiore resilienza del reddito degli over-65 rispetto ai più giovani, che sono soggetti all’andamento del mercato del lavoro e che possono scontare periodi più o meno lunghi senza occupazione.
Infine, per quanto riguarda la fiducia nel futuro, gli over-65 sembrano averne più dei giovani. Nonostante siano la fascia più vulnerabile al virus, hanno reagito meglio, dal punto di vista psicologico, sin dall’inizio della pandemia. Diversi studi, raccolti, nell’articolo pubblicato su The New York Times5, “Why Older People Managed to Stay Happier Through the Pandemic” attestano che gli over-65 hanno affrontato l’emergenza e la prima fase di isolamento con uno spirito di maggior fiducia rispetto alle giovani generazioni. In Italia, una ricerca dell’Università di Padova6 è arrivata agli stessi risultati, evidenziando come i più anziani si siano mostrati emotivamente più stabili. Questo non vuol dire che non avessero preoccupazioni o paure, ma hanno beneficiato di una miglior regolazione emotiva. Anche ora, sono proprio gli over-65 a guardare con più ottimismo al futuro7 rispetto, da esempio, ai Millennial o alla Generazione Z, tra cui è diffusa la preoccupazione per il futuro, soprattutto in termini di occupazione.
Investimenti “Silver”: diversificazione e solidità, per tenere sotto controllo i rischi
Alla luce di questi elementi, si può prevedere che, anche dopo Covid, sarà confermato il trend che vede gli over-65 come importante attore nell’ambito degli investimenti.
Un’analisi del Censis8 evidenzia, in effetti, che se prima di Covid gli over-65 erano più predisposti a cedere parte del loro reddito ai figli o ai nipoti, ora sembra emergere una maggiore propensione a riprendere possesso della propria capacità finanziaria.
Questo apre nuovi spazi anche per i consulenti finanziari. L’esperienza Covid ha infatti aumentato la consapevolezza degli italiani – e gli over-65 non sono da meno – della necessità di affidarsi a dei professionisti per una corretta pianificazione9.
Ma cosa chiedono gli over-65? Come investitori, sono generalmente caratterizzati per lo più da obiettivi di mantenimento del capitale costruito nel corso della vita e di gestione dei risparmi, in un’ottica di pianificazione della successione dei patrimoni. Si può prevedere che anche dopo la pandemia questo profilo sarà mantenuto, se non accentuato, visto che l’emergenza sanitaria ha aumentato il senso di vulnerabilità proprio tra i più anziani.
L’esigenza principale sarà dunque quella di raggiungere obiettivi di redditività gestendo il rischio con un approccio prudenziale, attraverso l’adeguata diversificazione del portafoglio e degli investimenti.
Nei confronti di questo target, sarà vincente chi riuscirà a proporre soluzioni in grado di diversificare gli investimenti e potrà affidarsi a partner solidi, che hanno dimostrato, anche con il Covid, di sapere di gestire l’incertezza.
1. Fausta Chiesa, “Risparmio, sul conto corrente degli italiani 2.000 miliardi (fermi e improduttivi)”, Corriere.it, 11 marzo 2021
2. “Istat: nel 2021 crescita del 4,7% e nel 2022 Pil in aumento del 4,4%”, Ilsole24ore.com, 4 giugno 2021
3. Fonte: Commissione Europea
4. Massimo Rodà e Francesca G.M. Sica, “L’economia della terza età: consumi, ricchezza e nuove opportunità per le imprese”, Confindustria.it, febbraio 2020
5. “Why Older People Managed to Stay Happier Through the Pandemic”, NYTimes.com, 12 marzo 2021
6. Francesca Boccaletto, “La resilienza degli anziani di fronte alla pandemia”, ilbolive.unipd.it, 6 aprile 2021
7. cfr. dati Demos.it;“In Italia 22,7% over 65, più ricchi della media della popolazione”, Ansa.it, 29 ottobre 2019; comunicato stampa su Allianz.com
8. “Coronavirus, ‘curare prima giovani e poi anziani’: lo pensa un millennial su due”, Adnkronos.com, 24 giugno 2020
9. “Il Covid spinge i risparmiatori a dare più fiducia ai consulenti”, Assinews.it, 4 luglio 2020