Sono passati settecento anni da quando i primi contratti assicurativi fecero la loro comparsa tra i mercanti italiani che volevano tutelarsi dagli imprevisti legati al commercio via mare, soggetto a intemperie e pirateria. Nel corso di questi sette secoli, il mondo delle assicurazioni è cambiato di pari passo con l’evolversi della società, ritagliandosi un ruolo di primo piano nella gestione del rischio e nella pianificazione finanziaria di famiglie ed aziende, grazie alla capacità di mitigare le perdite e promuovere la stabilità finanziaria nel medio e lungo periodo.
Accanto al compito primario di copertura dell’imprevedibilità, le assicurazioni hanno assunto nel tempo un peso sempre maggiore come investitori istituzionali. In Italia, secondo i dati diffusi da Ania1, gli investimenti delle assicurazioni nel 2019 hanno raggiunto la quota di 950 miliardi (corrispondenti al 53% del PIL).
Dopo l’emergenza sanitaria legata alla diffusione di Covid-19, la necessità di investire per il rilancio dell’economia è destinata ad aprire nuovi scenari per l’Insurance nel suo ruolo di investitore istituzionale, chiamando le assicurazioni ad essere co-protagoniste nell’accelerare la crescita sostenibile.
Nuove opportunità per gli investitori istituzionali
Assicurazioni veicolo di risorse private
In primo luogo, il senso di vulnerabilità generato dalla pandemia dovrebbe portare ad accrescere le risorse private veicolate dalle assicurazioni ed investite sul mercato.
Oggi, ad esempio, le assicurazioni vita rappresentano il 18,2% del totale della ricchezza finanziaria degli italiani, ossia quasi il 60% di tutto il risparmio che affluisce agli investitori istituzionali2.
Tale quota potrebbe crescere: è probabile infatti che il senso di vulnerabilità creato dall’emergenza sanitaria porti ad un incremento di protezione assicurativa. I segnali in questo senso ci sono già: nel 2020 Allianz Care ha rilevato un aumento del 235% delle richieste di sottoscrizione per polizze di copertura sanitaria internazionale rispetto al 20193; Allianz Global Insurance prevede che, una volta che il mondo si riprenderà nel 2021, la crescita dei premi globali dovrebbe attestarsi al 4,4% nel prossimo decennio4.
Anche a livello istituzionale sta maturando l’idea che alle famiglie e alle imprese, per ripartire, occorrano oggi più di ieri reti di protezione rafforzate.
La presidente di Ania, Bianca Farina, parlando in audizione alla commissione finanza della Camera5, ha spiegato che è necessario “rafforzare la resilienza del Paese, ovvero la capacità di far fronte in modo efficace ed efficiente ai vari shock che possono colpire famiglie e imprese. Famiglie e imprese più sicure, più assicurate, hanno meno necessità di risparmio precauzionale e possono allocare in maniera più efficiente le loro risorse patrimoniali. Se crescerà la rete di protezione, stimolata anche da incentivi pubblici, si libereranno risorse da investire ulteriormente”.
Se dal dibattito si passerà alle azioni concrete, potrebbero essere messi in campo risorse e strumenti pubblici per incentivare ulteriormente la richiesta di tutela da parte di privati ed aziende, accelerando l’adesione dei cittadini alle soluzioni assicurative.
Più opportunità di investimento nell’economia reale
Il secondo trend è legato all’input che arriva dall’Europa con il piano sull’Unione dei mercati dei capitali (CMU), che aspira a facilitare la connessione tra i risparmi finanziari e gli investimenti nell’economia.
Alla luce del piano della Commissione europea, già prima dell’emergenza sanitaria il Governo italiano ha presentato al Servizio per il Sostegno alle Riforme Strutturali (SRSS) della Commissione europea la richiesta di condurre un esame approfondito del mercato dei capitali in Italia.
Il report pubblicato a gennaio dall’Ocse6, partner esecutivo, ha evidenziato che misure già adottate quali i piani individuali di risparmio o i minibond sono un primo passo per adeguare il mercato italiano dei capitali alle altre economie avanzate, rispetto alle quali risulta comunque ancora sottodimensionato.
Permangono infatti significativi margini di miglioramento nella capacità delle imprese di accedere a fonti differenziate di finanziamento, basate sul mercato e complementari ai tradizionali prestiti bancari.
L’Ocse ha sottolineato che migliorare il mercato dei capitali contribuirebbe a guidare gli investimenti nell’economia reale, dando alle aziende migliori condizioni per finanziare nuovi investimenti a lungo termine e ai cittadini maggiori opportunità di diversificare la destinazione dei propri risparmi e condividere il successo delle imprese italiane.
In particolare, l’Ocse raccomanda di migliorare le condizioni per la partecipazione ai mercati finanziari da parte degli investitori individuali, nonché incoraggiare e rafforzare la partecipazione ai mercati dei capitali da parte degli investitori istituzionali.
Già oggi, gli investimenti delle assicurazioni in Italia nel 2019 hanno un ruolo importante nel sostenere l’economia. Dei 950 miliardi di investimenti, circa il 42% è stato destinato a titoli di Stato per una durata media dell’investimento di 7 anni e 5 mesi, a fronte di una media europea del 24,8%. Il settore assicurativo sostiene così il debito pubblico anche nei periodi di gravi crisi e durante le acute fasi di turbolenza dei mercati finanziari.
Inoltre, lo scenario prolungato di bassi tassi di interesse ha spinto le assicurazioni ad incrementare la quota dei corporate bonds e degli investimenti alternativi sul totale del portafoglio.
Alla fine del 2019 gli investimenti delle compagnie di assicurazione in obbligazioni societarie dirette e indirette (esclusi gli attivi relativi a polizze linked) erano pari a 186 miliardi, il 25% circa del totale. Oltre 100 miliardi sono rivolti direttamente verso l’economia reale: il 20% nel settore manifatturiero, l’11% nel settore energetico (elettricità, gas, riscaldamento), il 9% in informazione e comunicazione e il 5% nel settore immobiliare.
La necessità, dopo Covid-19, di accelerare la riforma del mercato dei capitali già in corso aprirà nuove opportunità alle assicurazioni quali principali investitori istituzionali.
“Quando ci si interroga su come rafforzare il ruolo nel mercato dei capitali degli investitori istituzionali – ha spiegato la presidente di ANIA – si deve necessariamente ragionare, in primo luogo, sul ruolo delle imprese di assicurazione. Si tratta di una prospettiva che, tra l’altro, costituisce uno degli aspetti qualificanti del progetto di Capital Markets Union (CMU) della Commissione europea”.
Recovery Fund
In vista del Piano di Rilancio sostenuto dal Recovery Fund, i massimi esponenti del mondo assicurativo stanno già chiedendo un pieno coinvolgimento del settore.
Per Bianca Farina, il lungo negoziato sul Recovery Fund “ha messo a disposizione del nostro Paese ingenti risorse. A queste ingenti risorse bisognerà necessariamente e opportunamente affiancare risorse private. Ci aspettiamo, come principale investitore istituzionale italiano, di contribuire attivamente alla declinazione di questo piano”.
Gli obiettivi del rilancio sono ambiziosi, giacché il piano del Governo ruota attorno a linee strategiche quali la modernizzazione del Paese, la transizione ecologica, l’inclusione sociale e territoriale, la parità di genere. Queste linee strategiche richiedono un fortissimo incremento di investimenti e riforme mirati ad aumentare la competitività, l’equità e la sostenibilità sociale ed ambientale del Paese.
Per Farina, “sarà cruciale, per il successo del Piano, la capacità di favorire in maniera efficace l’afflusso di capitali privati sugli investimenti necessari. Per far ciò si potrebbe pensare all’offerta di garanzie sui progetti a più alto rischio o ad altri strumenti che permettano di conseguire condizioni e rendimenti di mercato”.
Assicurazioni motore di sostenibilità
In quale direzione dovrà andare l’economia post-Covid? Il quadro in cui ci muoveremo è quello degli obiettivi sostenibili dati dal New Green Deal dell’Unione Europea e, in generale, dall’Agenda 2030 dell’Onu.
La Commissione europea ha proposto che l’Europa raggiunga la neutralità ambientale (ovvero non produca più gas effetto serra) entro il 2050, ed entro il 2030 riduca le emissioni di gas serra di almeno il 50% rispetto ai livelli del 1990 e arrivi almeno al 32% dei consumi finali energetici provenienti da fonti rinnovabili.
Si tratta, indubbiamente, di una rivoluzione che prevede una profonda trasformazione industriale, ambientale ed economica per cui saranno necessari investimenti supplementari di grandissima rilevanza, che dovranno necessariamente integrarsi con quelli finalizzati al rilancio post-Covid.
In questo quadro, il know-how acquisito in termini di sostenibilità da realtà come Allianz potrà fare la differenza nella scelta di partner strategici, sia da parte degli investitori privati che da parte dei decisori pubblici.
Un modello di quello che potrà accadere è l’Asset Owner Alliance, di cui Allianz fa parte con altri 11 grandi investitori istituzionali con l’obiettivo di facilitare la decarbonizzazione dell’economia mondiale, iniziando con la creazione di portafogli carbon neutral entro il 20507. Proprio nelle scorse settimane, l’AOA ha fissato il suo primo obiettivo definito per i membri con la riduzione del 16-29% delle emissioni di gas serra (GHG) contenute nei propri portafogli entro il 2025.
Si tratta di un chiaro riconoscimento del ruolo che le assicurazioni, in quanto investitori istituzionali, avranno sempre più nel coniugare la ricerca di rendimenti con la promozione della transizione energetica necessaria per lo sviluppo sostenibile.
1. Ania, rapporto “AllontAniamo i rischi. RimAniamo protetti“, edizione 2020
2. Audizione di Maria Bianca Farina, Presidente ANIA, alla Camera dei deputati, Roma, 7 luglio 2020
3. Comunicato su www.allianzcare.com
4. Comunicato su www.allianz.com
5. Audizione di Maria Bianca Farina, Presidente ANIA, alla Camera dei deputati, Roma, 7 luglio 2020
6. “OECD Capital Market Review of Italy”, 31 gennaio 2020, www.oecd.org
7. Comunicato su www.allianz.com