Nella vita come negli investimenti, le riflessioni più importanti avvengono durante i momenti più complicati e i comportamenti che ne derivano risultano diversi dal solito, proprio perché influenzati da quell’emotività, assente invece nei momenti più sereni.
Spesso, infatti, a causa dell’emotività del momento prendiamo decisioni che con la serenità opportuna non avremmo mai intrapreso. Ma non siamo i soli: la natura umana accomuna tutti gli investitori e le reazioni istintive che crediamo solo nostre diventano un importante dato statistico, proprio perché vengono assunte da moltissimi investitori nello stesso momento.
Già lo scorso anno Il Sole 24 Ore1 pubblicò un’analisi condotta dalla nota casa d’investimento JP Morgan sul periodo 2004-2018 con particolare riferimento all’indice MSCI Europe – un periodo temporalmente molto lungo e comprensivo anche del grande crollo del biennio 2008-2009.
In quest’analisi veniva calcolata la resa media annua di un investimento in questo indice qualora non si fossero mai effettuate operazioni di vendita e successivo riacquisto. Si ipotizzava che l’investitore avesse comprato all’inizio del periodo e tenuto l’investimento per tutto il tempo: con questo atteggiamento ne sarebbe risultata una performance media annua del 5,3%.
Qualora però si fossero persi i migliori 10 giorni di rialzo (con un comportamento diverso e quindi legato a prese di profitto o uscite dal mercato per timore di cali ancora più ampi), questa performance sarebbe drasticamente scesa, passando allo 0,5% annuo. Qualora poi si fossero persi i 30 giorni migliori, la performance sarebbe divenuta addirittura negativa, scendendo al -4,1% annuo. Da ultimo, perdendo i 50 giorni migliori, la performance sarebbe stata addirittura del -7,7%.
Teniamo conto che il periodo di osservazione è di 15 anni. Togliendo i sabati e le domeniche si tratta di 4695 giorni circa. 10 giorni su 4695 rappresentano lo 0,21% del tempo, 30 giorni lo 0,64% del tempo e 50 giorni l’1,06%. Lasciarsi spaventare disinvestendo proprio in quei giorni potrebbe aver avuto un costo molto alto per quel portafoglio, perché una volta venduto, la decisione più difficile è quella relativa a se e quando ricomprare.
Di recente anche la nota banca d’affari Morgan Stanley ha pubblicato un’indagine riferita a SP500, il maggior indice azionario americano, che è cresciuto molto di più del MSCI Europe nell’intervallo di tempo considerato. L’analisi ha riguardato il periodo 1990 – 2019, fino al 31 luglio 2019. In questo caso sono stati verificati gli andamenti nel tempo dell’investimento escludendo progressivamente un numero crescente di giorni in cui lo SP500 aveva realizzato le migliori performance.
Anche qui i risultati sono molto interessanti. Qualora si fosse rimasti sempre investiti, la performance sarebbe stata del 9,6%. Considerando che il numero dei giorni del periodo analizzato è di circa 9260, perdendo solo i 15 giorni migliori, pari allo 0,16 % del tempo, la performance calerebbe al 6,2%. Perdendo invece i 30 giorni migliori, pari allo 0,32% del tempo, la performance passerebbe allo 3,9%. Nel caso poi che i giorni migliori persi fossero 90, pari allo 0,97 % del tempo, la performance sarebbe diventata negativa, pari a -3%.
Le sorprese non sono finite. Il direttore responsabile di Wall Street Italia, Leopoldo Gasbarro, in un suo recente articolo ha ricordato alcuni dati di un fondo americano che ha fatto la storia degli investimenti, il Magellan Fund di Peter Lynch, durante il periodo che va dal 1977 al 1990. In quei 13 anni il fondo realizzò la crescita media record del 29,2% annuo, un dato strabiliante.
Lo stesso Peter Lynch cercò di capire il comportamento dei propri investitori e scoprì un dato sbalorditivo, ovvero che il 50% dei sottoscrittori del fondo aveva singolarmente perso denaro! “Molti clienti avevano disinvestito nelle fasi di calo dei mercati (paura) o erano entrati quando i prezzi erano troppo alti (euforia) perdendo così tutti i vantaggi che la gestione di Lynch aveva portato al fondo stesso”2.
Il messaggio che ci viene da queste analisi dunque pare essere univoco: cercare di sfruttare il market timing può essere molto dannoso oltre che oltremodo stressante. Quello che pare certo è che perdere, a causa della propria emotività, giorni d’investimento molto positivi arreca danni al portafoglio in misura importante nel tempo.
Grazie alla propria offerta, Darta Saving si ripromette proprio di evitare che queste circostanze possano diventare un problema per il sottoscrittore. Con Darta Periodical Solution, infatti, si può accedere alla elevata qualità di gestione del fondo interno dedicato al comparto Allianz GI Strategy 50, fondo 5 stelle Morningstar che negli ultimi 10 anni ha avuto una resa media annua del 6,78%3.
L’evidenza delle analisi sopra riportate dunque permette di offrire all’investitore un fondo molto performante nel medio e lungo periodo al quale affidare quella parte dei propri risparmi che si vuole dedicare agli investimenti di lungo respiro, evitando di preoccuparsi per le fasi di calo che, immancabilmente, si ripeteranno a cicli non prevedibili e soprattutto non temibili per coloro che le leggono e le affrontano con serenità in chiave costruttiva.
Inoltre, con Darta Periodical Solution non solo si accede alla gestione professionale del comparto Allianz GI Strategy 50, ma anche alla possibilità di ricevere flussi periodici di rimborso programmato del proprio investimento per il 4% all’anno, liquidato trimestralmente.
Sono proprio le analisi del passato a mostrarci come queste soluzioni di investimento, dopo importanti correzioni di mercato, siano state ancor più valide e premianti, offrendo al nuovo sottoscrittore la straordinaria opportunità di poter costruire i propri flussi partendo da livelli di mercato che di questi tempi risultano a sconto.
1. “Borse, perché è più vantaggioso restare sempre sui mercati”, 18 aprile 2019, Ilsole24ore.com
2. “Mercati finanziari. Peter Lynch e JPMorgan la lezione è sempre la stessa”, 10 aprile 2019, leopoldogasbarro.it
3. dato al 6 maggio 2020, fonte Darta Saving