In questi anni l’investitore ha progressivamente dovuto accontentarsi di ritorni attesi sempre più ridotti dai propri investimenti obbligazionari. In pochi avrebbero però pensato di dover affrontare il freddo glaciale dei rendimenti negativi.
Molto spesso gli investitori si domandano chi possa investire in titoli obbligazionari che offrono una perdita dalla data dell’acquisto alla scadenza. In realtà tutti i risparmiatori che investono in questo momento in un qualsiasi prodotto finanziario o assicurativo di natura obbligazionaria potrebbero essere dei compratori inconsapevoli. Gli operatori finanziari professionali, infatti, se ricevono l’indirizzo di investire nell’obbligazionario zona euro, necessariamente si trovano a dover acquistare anche un titolo di stato tedesco, austriaco o francese con rendimento negativo. Più il titolo viene acquistato, più il rendimento cala diventando ancora più negativo e generando un guadagno in conto capitale per i primi acquirenti.
L’effetto domanda-offerta infatti, quando la domanda supera l’offerta, porta ad un aumento dei prezzi e conseguentemente ad una discesa dei rendimenti di un qualsiasi titolo obbligazionario a tasso fisso.
Questo eccesso di domanda può venire dalla stessa Banca Centrale Europea tramite le proprie attività di acquisto, che sono ripartite ufficialmente a novembre 2019, ma può anche avvenire per le preoccupazioni che sorgono quando i mercati azionari iniziano a scendere, e in particolare quando ciò avviene in maniera particolarmente repentina. Paradossalmente, quindi, proprio quei risparmiatori che si lamentano dei tassi d’interesse negativi, con il loro comportamento erratico ed emotivo, amplificano inconsapevolmente la discesa dei tassi d’interesse in territorio sempre più negativo.
È anche vero, però, che quando gli eventi sembrano essere maggiormente rassicuranti gli investitori si rivolgono con più fiducia all’investimento reputato più rischioso, ovvero quello azionario.
È ciò che è successo in questi 10 anni, segnati in realtà non solo dagli interventi periodici e corposi delle banche centrali – che hanno inondato i mercati con la loro liquidità – ma anche, quale conseguenza immediata e diretta, da lunghe fasi positive e senza grandi scossoni da parte dei listini azionari.
A tratti, quindi, l’investitore si convince di essere in grado di potercela fare da solo – un comportamento fai-da-te favorito in questa circostanza dalla assenza apparente di rischi dell’investimento azionario. Il problema dei tassi negativi pare finalmente risolto. Tra dividendi e plusvalenze da negoziazione, titoli e fondi, si possono finalmente dormire sonni tranquilli.
Il 19 febbraio di quest’anno, la borsa americana ha raggiunto i massimi di sempre1. Il risparmiatore mondiale si sentiva al sicuro e probabilmente lo sarà anche nel lungo termine. Certo, oggi assistere al calo più repentino della storia da parte dei mercati azionari riapre l’annosa ricerca della possibile miglior soluzione al dilemma dei tassi negativi.
Va in questa direzione l’offerta di Darta Periodical Solution, un prodotto assicurativo Unit Linked con prestazioni periodiche programmate obbligatorie e non modificabili con forti vantaggi fiscali.
Il servizio infatti genera dei flussi costanti trimestrali pari all’1% del premio versato, per un totale del 4% all’anno. Il capitale minimo di accesso è determinato in 50.000,00 € e multipli e non è prevista la possibilità di effettuare versamenti aggiuntivi. Nel caso di ulteriori disponibilità bisogna sottoscrivere un nuovo contratto nel rispetto del minimo previsto e/o dei suoi multipli.
In questo prodotto inoltre non è possibile effettuare prelievi parziali ma solo totali, che sono liberi dal settimo mese di contratto mentre sono sottoposti ad una penale dello 0,5% nei primi sei mesi.
Il flusso di reddito trimestrale non viene tassato al 26% quale capital gain ma figura quale rimborso programmato del proprio premio sottoscritto. Una volta distribuito il capitale totale nel tempo, quello eventualmente residuo verrà riconosciuto sempre nella stessa scansione trimestrale ma tassato al 26%.
Questo prodotto si rivolge principalmente a quella clientela che vuole difendere il proprio patrimonio e la sua trasmissione generazionale, ottimizzando la pianificazione fiscale attraverso flussi di reddito costante.
L’investimento non è a capitale garantito ma sfrutta le riconosciute capacità gestorie del gruppo Allianz e per raggiungere il proprio obiettivo utilizza il fondo Allianz Strategy 50, che detiene 5 stelle Morningstar.
Allianz Strategy 50 è un comparto flessibile multiasset con una gestione attiva e conservativa, che ha il preciso intento di generare flussi di cassa costanti. Si distingue in particolare per il proprio approccio innovativo alla gestione del rischio per ottenere un portafoglio il più stabile possibile.
Grazie ad un modello di gestione proprietario che ha l’8% come target di volatilità del portafoglio, vengono alternate fasi di maggior investimento azionario o di maggior investimento obbligazionario a seconda dei rischi che si presentano sul mercato, all’interno dell’obiettivo di costruire un portafoglio che rispecchi l’Asset Allocation Strategica composta da un 50% di obbligazioni e un 50% di azioni.
Le prime prevarranno sulle seconde, anche in misura decisa, nei contesti in cui i mercati finanziari diventano più problematici e vivono momenti di grandi oscillazioni negative. Le seconde invece prenderanno il sopravvento nel portafoglio una volta ripristinate le condizioni di equilibrio e di serenità. Questa strategia – che nel breve periodo può risentire negativamente delle oscillazioni dei mercati finanziari – ha da sempre prodotto per i suoi sottoscrittori risultati decisamente lusinghieri sul lungo periodo.
Anzi gli investitori più fortunati si sono rivelati proprio quelli che l’hanno incontrata nei momenti più difficili vissuti dai mercati o nella loro immediatezza: grazie alle competenze del gruppo Allianz, hanno potuto usufruire di una soluzione che abbina agli innegabili vantaggi fiscali del contratto la capacità di produrre risultati stabili nel tempo.