Coperture assicurative attivabili in autonomia dal proprio smartphone per proteggersi da un rischio immediato, relativo ad una specifica attività, di durata anche molto limitata: quello che sembrava irrealizzabile fino a pochi anni fa, è ormai una realtà.
Secondo enti ed osservatori accreditati – uno fra tutti l’Ivass – le polizze istantanee, attivate on demand, rappresentano uno dei fenomeni emergenti1 potenzialmente disruptive in ambito assicurativo, perché cambiano il modello tradizionale basato sulla copertura dai rischi ad ampio spettro e sul ruolo centrale dell’assicuratore.
Da una ricerca della società di consulenza KPMG2, emerge che il 93% dei millennials negli USA ha espresso la volontà di comprare insurance on demand. In Italia, l’Ivass registra la diffusione sempre più ampia di micropolizze. Del resto, in un contesto in cui la personalizzazione dei servizi è il paradigma dominante – pensiamo solo a come è cambiato il modo di fruire la proposta televisiva – era inevitabile che le aspettative della clientela andassero in questa direzione anche per ciò che riguarda il mondo assicurativo. C’è da chiedersi, però, se davvero il futuro delle assicurazioni sarà on demand: la risposta non è così scontata.
Dalle polizze temporanee all’insurance on demand
L’esigenza di avere delle polizze temporanee a copertura di particolari rischi limitati nel tempo non è del tutto una novità. Già in passato, nell’ambito della RC Auto, ad esempio, erano state individuate formule flessibili di polizze che potevano essere sospese in caso di non utilizzo dell’automobile ed attivate secondo una specifica programmazione – ad esempio, per le vacanze estive. Inoltre, esistono già formule di tutela dagli infortuni limitate a particolari situazioni, come le assicurazioni in ambito scolastico o quelle relative ai viaggi.
Rispetto a queste formule di polizza temporanea, ciò che caratterizza l’insurance on demand (o instant insurance) è l’elemento tecnologico.
Con l’insurance on demand, infatti, nell’istante in cui sorge la necessità di una copertura, l’utente può attivare tramite dispositivi tecnologici una polizza calibrata sulle sue esigenze specifiche. Il contratto assicurativo viene sottoscritto all’istante, ed il premio è calcolato grazie ad algoritmi che elaborano i dati immessi e li convertono in rischio metrico. L’utilizzo dei dati consente anche di poter formulare una proposta su misura, nonché di fornire informazioni accessorie.
Un esempio è la prima assicurazione on demand per gli operatori dei droni3, lanciata due anni fa sul mercato inglese da Allianz Global Corporate & Specialty SE (AGCS) e la startup insurtech Flock. Tramite un’app, professionisti ed amatori possono acquistare un’assicurazione di responsabilità civile secondo la modalità pay as you fly, all’interno di una specifica regione geografica. Insieme alla polizza, gli utenti dell’app possono ricevere anche informazioni su meteo, eventuali interdizioni di volo e suggerimenti per la sicurezza. In caso di evento avverso, l’utente può ottenere il suo risarcimento in pochi click, sempre tramite il suo smartphone.
In Italia, l’Ivass registra una crescita sempre maggiore di interesse verso l’instant insurance. Nel 2017, i casi rilevati sul mercato italiano si riferivano generalmente a pacchetti da 1, 3 o massimo 7 giorni, di importo contenuto (in genere inferiore ai 10 euro) e coperture assicurative per gli incidenti che possono avvenire durante i tragitti o nelle fasi di salita/discesa da mezzi di trasporto pubblici e di car-sharing, prevedendo altresì la responsabilità civile per danni a terzi. Nell’ultima rilevazione, relativa al secondo semestre 20184, l’Ivass ha registrato un’estensione delle applicazioni anche alla tutela di cose (tramite rimborso spese per i danni da furti e incendio subiti da bagagli, borse e device personali, servizi domestici di emergenza come l’invio di elettricista) e animali domestici, in particolare coperture dedicate a cani e gatti, attivabili dal sito internet o dall’app per il tempo che si vuole e con possibilità di interromperle in ogni momento.
Da questo processo derivano benefici sia per i consumatori sia per le compagnie.
Il cliente può avere una copertura puntuale, attivata solo per il tempo realmente necessario. Nel caso dei droni, ad esempio, l’alternativa all’insurance on demand sarebbe una normale polizza attiva anche nei giorni in cui il drone resta inutilizzato, con un costo più elevato rispetto all’esigenza.
Per le compagnie si aprono mercati nuovi, perché la possibilità di avere coperture pay per use spinge alla sottoscrizione di polizze anche chi, in assenza di questa opportunità, sarebbe rimasto scoperto. Ad esempio, esistono assicurazioni on demand attivate durante i tragitti percorsi con i mezzi pubblici: in questi casi è plausibile pensare che sia l’esistenza stessa dell’instant insurance a far sorgere nel consumatore l’esigenza di assicurarsi.
Competizione o integrazione?
L’insurance on demand è forse uno dei casi più evidenti di come le nuove tecnologie possano innovare le assicurazioni. La diffusione sempre più capillare dei device tecnologici, associata all’attenzione alla cultura della protezione e a una maggiore alfabetizzazione finanziario-assicurativa, porterà probabilmente a un incremento nella richiesta di coperture on demand.
Sarebbe tuttavia sbagliato pensare che si vada verso una sostituzione delle assicurazioni tradizionali. In primo luogo, perché quelle on demand sono a tutti gli effetti delle polizze in piena regola: la componente tecnologica si innesta su un contenuto fortemente assicurativo, ma non lo può sostituire. Senza la capacità di analizzare i rischi ed elaborare i dati secondo le regole consolidate del sistema assicurativo, infatti, non sarebbe possibile arrivare alla proposta di coperture personalizzate. Non a caso, ad oggi l’insurance on demand è frutto di collaborazioni tra compagnie assicurative e startup, che integrano le rispettive competenze.
In secondo luogo, il modello instant insurance è vincente nel momento in cui può offrire copertura “al bisogno” ad un prezzo conveniente. Ciò vuol dire che l’appassionato di droni che fa poche uscite all’anno sarà ben felice di usare l’assicurazione on demand, mentre per un professionista o per un utilizzatore abituale sarà più conveniente, a conti fatti, una polizza classica, che lo copra per un periodo di tempo più ampio.
Le assicurazioni on demand, per loro natura, esprimono il massimo del loro potenziale in situazioni molto specifiche e limitate nel tempo. Nulla a che fare, dunque, con le esigenze di chi ricerca una polizza vita per pianificare la gestione del suo patrimonio nel medio e lungo periodo o in ottica previdenziale.
L’insurance on demand è quindi uno strumento di integrazione rispetto all’offerta tradizionale, e potrebbe portare vantaggi per l’intero settore. La possibilità di trovare la risposta ad un bisogno di protezione, al momento giusto e a un prezzo conveniente, porta infatti l’utente a vivere un’esperienza positiva che rafforza la sua fiducia verso le assicurazioni. Inoltre, intercettando nuovi bisogni e nuovi clienti, le compagnie riescono ad ampliare il proprio mercato di riferimento.
È in questo senso, dunque, che il futuro delle assicurazioni passa anche dall’on demand. Si capisce così l’attenzione dedicata dalle grandi compagnie, come il Gruppo Allianz, a questa novità, che consente non solo di ampliare l’offerta, ma anche di fornire agli intermediari un’ulteriore risposta alle esigenze dei clienti.
1. https://www.ivass.it/consumatori/azioni-tutela/indagini-tematiche/documenti/2018/AnalisiTrend2sem2017.pdf
2. https://home.kpmg/xx/en/home/insights/2017/09/will-on-demand-insurance-become-mainstream.html
3. https://www.agcs.allianz.com/news-and-insights/news/allianz-flock-pay-as-you-fly-drone-insurance.html
4. https://www.ivass.it/consumatori/azioni-tutela/indagini-tematiche/documenti/2019/Analisi_Trend_IIsem2018.pdf