Le moderne teorie sulla distribuzione dei servizi finanziari sostengono che i migliori successi si possono ottenere quando il processo produttivo si fonde con il processo distributivo, portatore delle reali esigenze dell’utente finale, del sottoscrittore. In questo contesto infatti il consulente assumerebbe il ruolo determinante di interprete delle esigenze e degli obiettivi del sottoscrittore da un lato e di comunicatore delle strategie del gestore dall’altro.
Inoltre i recentissimi studi del cosiddetto comportamento “agile” rilevano che l’ambiente dei mercati finanziari è particolarmente dinamico e proprio per questo si presterebbe a una revisione continua degli assunti iniziali, esigendo di conseguenza una relazione sempre più frequente tra gestore e consulente.
Darta ha quindi organizzato venerdì 9 novembre una conference call con Marcus Bayer, Senior Product Specialist Multi Asset dei comparti Allianz Strategy, dedicata al comparto Allianz Strategy 50. L’intento è stato quello di fornire il massimo supporto possibile nell’ambito del rafforzamento dei rapporti fiduciari tra il team della produzione e quello della consulenza. La partecipazione alla call è stata significativa e ha consentito a chi era collegato di approfondire alcune tematiche specifiche dello stile di gestione del comparto.
L’Asset Allocation Strategica (SAA)
Nell’ambito dei processi di Asset Allocation Strategica (SAA), uno dei temi di maggior interesse si è rivelato quello del legame tra asset azionari e asset obbligazionari. Questa relazione nel corso della storia si è per lo più rivelata negativa, consentendo ai gestori di portafoglio di utilizzare la componente bond per contenere gli effetti avversi durante le fasi di calo del mercato azionario. Negli ultimi anni però si è verificata una evidente anomalia, ovvero la correlazione positiva tra le due asset class, determinata per lo più dagli straordinari interventi di politica monetaria espansiva messi in atto da tutte le banche centrali mondiali.
È a questo punto lecito, tuttavia, aspettarsi che la correlazione torni ad essere negativa – confermando il dato del primo semestre 2018 – come spesso capita nei momenti di maggior turbolenza dei mercati azionari, favorendo il processo di SAA di Allianz Strategy 50.
L’Asset Allocation Attiva (AAA)
Per quanto riguarda l’Asset Allocation Attiva (AAA) è stata sottolineata la caratteristica distintiva del comparto; se da un lato infatti la SAA suggerirebbe un’allocazione bilanciata, con azioni e obbligazioni ugualmente pesate al 50%, l’Asset Allocation Attiva può ridurre o incrementare il peso delle azioni e delle obbligazioni in maniera realmente significativa, spaziando tra lo zero e il cento per cento. L’obiettivo di lungo termine rimane infatti quello di costruire un portafoglio che porti un incremento del rendimento a fronte di una mitigazione del rischio.
Questo percorso è ben rappresentato dalla frontiera efficiente e l’intento rimarrà sempre quello di posizionarsi sul punto della miglior combinazione rischio/rendimento possibile. È tuttavia chiaro che questo comparto è dedicato all’investitore consapevole del fatto che non esistono opportunità senza assunzione di rischio. Stiamo quindi parlando di un sottoscrittore che vuole sì assumere rischi, ma modulandone a priori l’intensità.
L’andamento del comparto non potrà quindi prescindere dall’andamento delle asset class mondiali ma attraverso la AAA più corretta cercherà di creare valore. Il portafoglio godrà quindi di una componente ciclica che lo legherà all’andamento dei mercati, ma anche di una componente anticiclica che lo porterà a stemperarne gli eccessi negativi e positivi.
Si cercherà di acquistare nel trend crescente, ma pronti a parziali prese di profitto nelle fasi di eccesso al rialzo. Durante le fasi di trend discendente si procederà con le vendite, ma pronti ad un parziale rientro sui mercati nelle fasi di eccesso al ribasso.
La gestione del rischio e la ricerca della sua stabilizzazione
Il tema forse più interessante si è rivelato l’ultimo: la gestione del rischio e la ricerca della sua stabilizzazione.
Dopo gli eventi che condizionarono i mercati finanziari nel 2008-2009, si è cercato di introdurre degli elementi nuovi che potessero consentire di superare i limiti della diversificazione statica: in quella fase storica infatti la tolleranza al rischio venne messa a dura prova dall’incremento della volatilità, la misurazione percentuale delle condizioni di rischio. Ma anche in altre circostanze, ad esempio, a tratti, nel 2010, nel 2011 e nella fase finale del 2015, abbiamo assistito a momenti in cui le condizioni di rischio sono peggiorate e di molto.
Da allora è stato inserito un terzo pilastro della gestione di Allianz Strategy 50 e cioè la preventiva quantificazione del livelli di rischio del portafoglio, stabiliti all’8 % di volatilità quale elemento costante del portafoglio nel suo complesso.
In maniera molto netta si è passati da un gestione passiva del livello di volatilità/rischio ad una gestione attiva. Ciò significa che quando i mercati finanziari presenteranno livelli di volatilità contenuti, verrà inserito rischio attraverso l’incremento della quota equity o di asset più volatili. Nel caso contrario, quando cioè i mercati finanziari evidenzieranno livelli di rischio crescenti e superiori all’8 % volatilità, verrà aumentata la quota liquidità, l’attività meno rischiosa possibile, a discapito degli asset maggiormente rischiosi.
Non è possibile indicare con certezza se vi sia un singolo segreto del successo nel tempo e della stabilità nelle performance positive di Allianz Strategy 50 perché ognuno dei suoi tre motori di performance ha un ruolo determinante nel creare il giusto mix: essere agganciati al mercato, cercando la migliore combinazione possibile, con un target di volatilità pari all’8%.