Nonostante ci sia ancora molto da fare per ridurre le disparità di genere, negli ultimi decenni le donne sono riuscite sempre di più ad affermarsi nel lavoro, ricoprendo ruoli importanti nelle aziende, nelle università, nella ricerca, in politica.
Indice di questo processo è la crescita del reddito femminile nel mondo, che era di 3 trilioni nel 2002, 10 nel 2007, 15 nel 2014, ed entro il 2020 arriverà a 24 trilioni di dollari1, con un aumento esponenziale registrato in meno di ventennio.
La crescita della capacità di generare reddito ha comportato che sempre più donne prendano decisioni su come gestire il patrimonio personale e famigliare. Inoltre, la maggiore longevità femminile fa sì che subentrino nelle decisioni familiari quando si tratta di gestire l’asse ereditario.
Tutto questo ha portato ricercatori e studiosi a interrogarsi sulla prospettiva al femminile della gestione dei risparmi: uomini e donne agiscono allo stesso modo nelle scelte di investimento?
I fattori chiave degli investimenti rosa
Premesso che ogni individuo agisce in base a personalità, esperienze, propensioni, aspettative, e che il mondo femminile è eterogeneo e complesso, la finanza comportamentale ha evidenziato che, quando scelgono come gestire il loro patrimonio, uomini e donne adottano criteri che sono anche influenzati dal genere. Sulla base di numerosi studi in questo ambito, si possono definire alcuni tratti distintivi che caratterizzano le decisioni “in rosa”.
Lavoro più incerto, vita più lunga
Di base, rispetto agli uomini le donne hanno prospettive diverse dettate dagli accadimenti della vita, che inevitabilmente influenzano ed orientano bisogni ed aspettative. Ad esempio, la maternità segna la carriera delle lavoratrici che, rispetto a quella dei colleghi maschi, può subire interruzioni anche molto lunghe, con conseguenze sul reddito, sulla disponibilità economica e sull’accantonamento dei contributi per la pensione.
Inoltre, esistono ancora grandi differenze nella retribuzione tra uomini e donne. Secondo Anuradha Seth, consigliera per il programma di sviluppo delle Nazioni Unite, a livello globale il “gender pay gap” è del 23%: per ogni dollaro guadagnato dagli uomini, le donne prendono solo 77 centesimi2. Ciò ha effetti anche sulla previdenza, laddove le pensioni sono calcolate con il sistema contributivo: meno reddito significa meno contributi e, in prospettiva, pensioni più risicate.
A fronte di uno scenario lavorativo più incerto rispetto ai colleghi, le donne hanno però un orizzonte temporale di vita più lungo, poiché la statistica ha ormai confermato che l’aspettativa per le signore è più ampia rispetto agli uomini.
Il “gentil sesso” ha dunque l’esigenza di costruirsi rendite o capitali per coprire periodi in cui, per scelta o necessità, non potrà lavorare, e sarà anche più interessato ad avere risorse per affrontare una vecchiaia mediamente più lunga di quella degli uomini.
Il senso delle donne per il rischio e per il denaro
Secondo uno studio condotto nel 2001 da Eckel e Grossman, “le donne sono meno inclini al rischio e quindi la loro assunzione dei rischi è più prudente”3. Le donne sembrerebbero più conservative, perché nel rischio vedono soprattutto una minaccia, al contrario degli uomini che tendono a considerare il rischio anche una opportunità. Secondo quanto riportano Gianfranco e Sogol Franzosini nel loro Finanza comportamentale. Psicologia delle scelte, le donne definiscono rischiosi gli investimenti che presentano una maggiore probabilità di rendimenti calanti, gli uomini quelli a maggiore volatilità.
La diffidenza verso il rischio potrebbe essere legata al senso che le donne attribuiscono al denaro. Secondo Paola Profeta, docente di Scienza delle Finanze all’Università Bocconi, il denaro “rosa” è “un mezzo, non un fine, o segno di successo e di potere. Le donne hanno una maggior propensione al risparmio. E un diverso stile decisionale. Tendono, più degli uomini, a utilizzare il denaro per scopi di investimento duraturi, per esempio investendo in capitale umano dei loro figli. Risparmiano per la pensione, per acquistare la casa”4. Sempre Franzosini conferma che gli uomini si mostrano più interessati a “tanti guadagni in tempi minori”, mentre le donne sono più propense a un investimento che consenta di “migliorare le prestazioni del proprio portafoglio”.
Questa concezione del denaro come mezzo in vista della vecchiaia o per i figli porta ad un atteggiamento prudente. Si spiegano anche così le scelte di investimento “in rosa” che, secondo uno studio del 20165, comprendono nella maggior parte dei casi soluzioni con rendimenti stabili e preservazione del capitale (59%), mentre solo una minima parte (1%) riguarda prodotti con rendimenti elevati e potenziali perdite di capitale. Per contro, i colleghi maschi puntano per il 56% a prodotti con maggiori rendimenti ed esposizione al rischio, per il 16% a rendimenti elevati e potenziali perdite di capitale, il resto a preservare il capitale.
Obiettivi di lungo periodo
In generale, la finanza comportamentale ci dice che le donne investono soprattutto nell’ottica di conservare il patrimonio e gestirlo in modo da lasciare un’eredità ai discendenti, creare le condizioni per offrire opportunità migliori ai figli, garantire il benessere della famiglia.
Il loro orizzonte temporale risulta così di medio-lungo periodo. Gli studi condotti per indagare il comportamento delle risparmiatrici/investitrici ci dicono che le signore sono più interessate a valorizzare i risparmi in un tempo anche piuttosto lungo, purché ciò possa aiutare a offrire un futuro più tranquillo ai propri cari.
Attenzione alla sostenibilità
Negli ultimi anni si è diffusa sempre di più l’attenzione all’impatto degli investimenti sull’ambiente e sulla società. Le donne si dimostrano particolarmente sensibili verso i temi della finanza sostenibile e, nel processo decisionale, tendono a considerare l’impatto del loro investimento; questo approccio le induce a scegliere compagnie e/o soluzioni che sono altrettanto attente alla sostenibilità.
Secondo un report del 2014 del Center for talent Innovation, l’88% delle donne vuole investire in organizzazioni che promuovono benessere sociale6. In particolare, le donne, in misura nettamente maggiore rispetto agli uomini, prediligono investimenti che hanno un impatto sull’accesso all’educazione, la tutela dell’ambiente, l’uguaglianza di genere, la difesa di giovani e bambini, la salute.
Più brave ad evitare le trappole mentali
Lo studio di Brad Barber e Terrance Odean, che hanno intervistato 35.000 investitori tra il 1991 ed 1997, rivela che il “gentil sesso” ha conseguito performance annue mediamente superiori dell’1,4% rispetto agli uomini; tra le donne single, il distacco arriva al 2,3% rispetto ai maschi single. Il maggiore successo sembrerebbe legato alla capacità delle donne di evitare le trappole mentali che, secondo la finanza comportamentale, conducono gli investitori a commettere errori7.
Una di queste trappole è l’over-confidence, ovvero l’eccessiva fiducia nelle proprie capacità che non consente di valutare in modo oggettivo le scelte. Gli uomini sarebbero più portati a sovrastimare le probabilità di successo e a sottostimare i rischi: una trappola in cui le donne, pessimiste e avverse al rischio, cadono difficilmente. Inoltre, le donne hanno dimostrato una minore attitudine a cadere nella trappola che la finanza comportamentale chiama “effetto disposizione”, ovvero investire guardando al passato, e sono più realistiche nel considerare possibili performance future. Chi invece si basa sul passato tende, ad esempio, a vendere troppo presto gli investimenti in crescita, accontentandosi del guadagno già realizzato a prescindere dal potenziale di ulteriore upside, e a tenere troppo a lungo quelli in perdita, subendone una ancora maggiore.
La prospettiva al femminile sugli investimenti: conclusioni
Dato per assodato che ciascuno ha un suo approccio, legato alla propria personalità, dalle ricerche condotte negli ultimi decenni sembra emergere un approccio femminile agli investimenti.
In particolare, l’esigenza di costruirsi un patrimonio per affrontare una lunga pensione o per coprire buchi contributivi, legati ad esempio alla maternità o al gender gap, determina un atteggiamento femminile più prudente e avverso al rischio, che viene inteso più come una minaccia che come un’opportunità. Questo induce a cercare soluzioni che conservano il patrimonio, generando rendimenti moderati e costanti nel tempo. Inoltre, le donne si sentono meno sicure delle proprie competenze tecniche finanziarie, ma proprio questo le aiuta ad evitare trappole mentali che inducono in errore chi ha, al contrario, fiducia esagerata nelle proprie competenze. Non da ultimo, le donne hanno recepito i principi della finanza sostenibile e cercano di dare il loro contributo ad ambiente e società, preferendo soluzioni e compagnie attente alla sostenibilità.
1. “The Next Frontier of Growth – Women as Corporate Customers”, Frost & Sullivan, 2016
3. Eckel, C.C. and Grossman, P.J., “Chivalry and Solidarity in Ultimatum Games”, Economic Inquiry, 2001
4. http://27esimaora.corriere.it/articolo/il-senso-delle-donne-per-il-denaro/
5. BCG Global Client Discovery Survey, 2016; BCG analysis; BCG Wealth Manager performance Database, 2016
6. “Harnessing the Power of the Purse: Female Investors and Global Opportunities for Growth”, Center for Talent Innovation, 2014 (http://www.talentinnovation.org/publication.cfm?publication=1440)
7. Schroders e CRESA, Investimente.it